La guida illustra la classificazione dei vini e l’etichettatura a norma di legge; chiarisce cosa sono le annate, dà consigli sull’acquisto dei vini, sulla temperatura di servizio, sull’abbinamento di cibo e vino, su come servire il vino a tavola e insegna i primi passi per la degustazione Bianco, rosato, rosso, spumante… Scegliete il vostro vino preferito!
VINI – GUIDA
Il vino è una bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione del mosto d’uva.
Storicamente le tracce della presenza del vino si perdono nella notte dei tempi, difatti quasi tutte le civiltà antiche producevano differenti tipi di vini, considerati già bevande di pregio.
Di proverbi e di espressioni relativi al cosiddetto ‘nettare degli dei’ ne è ricco qualsiasi patrimonio culturale, cosa che denota che il vino è ed è stato importante in tutte le tradizioni.
“In vino veritas”, affermavano per esempio i Romani. E “il vino fa buon sangue”, si dice ancora oggi. Sta di fatto che i medici e gli specialisti si trovano concordi nell’attribuire qualità benefiche a questa bevanda che, da soli o in compagnia, si consuma accompagnando i pasti, come aperitivo, per rallegrare o dare atmosfera a una serata.
La nostra guida all’acquisto vuole aiutarvi a scoprire come scegliere i vini migliori, incoraggiandovi ad assaggiarne di nuovi.
Dalla classificazione dei vini, si passa alla produzione di uva e vino in Italia, con tanto di elenco di vigneti; quindi alla descrizione dell’etichetta, delle annate, fino ai consigli per la conservazione e per la presentazione a tavola.
Speriamo che troviate utile anche la sezione dedicata alla degustazione.
Unica raccomandazione: la moderazione è una virtù, non esagerate! 🙂
CLASSIFICAZIONE DEI VINI
Le due principali categorie per classificare i vini sono:
- V.C.C., Vini di Consumo Corrente;
- V.Q.P.R.D., Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate.
Pur apparendo assai di rado sulle etichette, da queste due categorie basilari si diramano delle sottocategorie:
- V.C.C. V.D.T., Vino Da Tavola e I.G.T., Indicazione Geografica Tipica
- V.Q.P.R.D. D.O.C., Denominazione di Origine Controllata e D.O.C.G., Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Nella fattispecie, l’acronimo V.Q.P.R.D. si riferisce ai vini spumanti ed è frutto di una normativa dell’Unione Europea che tutela la qualità dei prodotti regionali (es. delimitazione della zona di produzione, estensione dei vitigni, rendimento per ettaro di terreno, tecniche di coltivazione, metodi di vinificazione, titolazione alcolimetrica volumica minima naturale, analisi e valutazione dei caratteri organolettici).
In altre lingue, le corrispondenze sono:
- V.C.C. Francia: Vin de table e vin de pays;
Spagna: Vino de mesa e vino de la tierra;
Germania: Deutscher Tafelwein e Landwein; - V.Q.P.R.D. Francia: A.O.V.D.Q.S., Appellation d’Origine Vin Délimité de Qualité Supérieure e A.O.C., Appellation d’Origine Contrôlée;
Spagna : D.O., Denominacion de Origen e D.O.C., Denominacion de Origen Calificada;
Germania : Q.b.A., Qualitätswein e Q.m.P., Qualitätswein mit Prädikat.
Vediamo quali sono le principali caratteristiche di ciascuna sottocategoria, precisando che le denominazioni non puntualizzano mai la qualità quanto la tipicità.
Vino Da Tavola (V.D.T.).
L’uva di questi vini proviene dal Paese segnalato sull’etichetta della bottiglia e non è indicata alcuna restrizione della zona o del territorio del Paese, di conseguenza la zona di origine è piuttosto ampia. Poiché la coltivazione è soggetta a un’estesa variazione, è difficile scoprire un carattere comune tra un vino da tavola e un altro.
Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.).
L’uva di questi vini proviene da una regione o da una provincia precise e l’origine è quindi ben più ristretta e limitata. Sebbene le zone di coltivazione siano estese, si riconoscono alcuni caratteri comuni tra un vino a indicazione geografica tipica e un altro, affinità che derivano, per esempio, dall’impiego di vitigni delle stesse famiglie e dalle condizioni ambientali e territoriali simili.
Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.).
L’uva di questi vini proviene da zone geografiche ristrette con viticole particolarmente vocate; esistono precise regolamentazioni che determinano le caratteristiche che il vino D.O.C. deve possedere (es. i vitigni devono essere autorizzati per la coltivazione e la produzione, l’uva deve seguire fasi precise di coltivazione, il vino deve essere lavorato seguendo metodi rigorosi, la gradazione alcolica deve avere un tasso minimo e controllato, la degustazione è obbligatoria).
Denominazione di Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.).
L’uva di questi vini proviene da aree geografiche assai limitate. I disciplinari di coltivazione e produzione da parte del consorzio autorizzato e vigilato dal MRAAF (Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali) sono ancora più severi.
I vini D.O.C.G., di particolare notorietà e pregio, sono in assoluto presenti in quantità minore rispetto ai vini D.O.C.
ITALIA: PRODUZIONE DI UVA E VINO
Le regioni italiane sono ricche di vigneti e il nostro Paese spicca tra i produttori vinicoli mondiali, essendogli riconosciuti diversi primati di qualità.
Segue l’elenco dei vini D.O.C.G. e D.O.C. (tra parentesi sono riportate le sottodenominazioni) e dei tipi d’uva coltivati in ciascuna regione.
Per agevolare la lettura elenchiamo le singole regioni italiane in ordine alfabetico.
ABRUZZO
In Abruzzo si produce un solo vino D.O.C.G., Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, e quattro vini D.O.C., cioè Contro Guerra, Trebbiano d’Abruzzo, Montepulciano d’Abruzzo e Montepulciano d’Abruzzo Colline Termane.
Tipi di uva. Bianca: Biancame, Chardonnay, Cococciola, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pecorino, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Malbech, Merlot, Montepulciano, Petite Verdot, Pinot Nero, Sangiovese, Syrah, Tannat.
BASILICATA
Non sono presenti vini D.O.C.G.; l’unico D.O.C. è Aglianico del Volture.
Tipi di uva. Bianca: Chardonnay, Malvasia, Malvasia Bianca di Basilicata, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Aglianico, Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Lambrusco Marani, Malbech, Merlot, Petite Verdot, Pinot Nero, Sangiovese, Syrah, Tannat.
CALABRIA
Non sono presenti vini D.O.C.G.; i D.O.C. sono Bivongi, Cirò, Donnici, Greco di Bianco, Lamezia (sottodenominazione: Greco), Melissa, Pollino, Sant’Anna di Isola Capo Rizzato, San Vito di Luzzi, Savuto, Scavigna e Verbicaro.
Tipi di uva. Bianca: Chardonnay, Greco Bianco, Malvasia, Montonico, Monsonico Bianco, Müller-Thurgau, Pecorello, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Voigner, Zibibbo.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Galglioppo, Gamay, Lacrima, Magliocco Canino, Malbech, Marsigliana Nera, Merlot, Nocera, Petite Verdot, Pinot Nero, Sangiovese, Syrah, Tannat.
CAMPANIA
L’unico vino D.O.C.G. è Taurasi; i D.O.C. sono Aglianico del Taburno (o semplicemente Taburno; Bianco, Coda di Volpe, Falanghina, Greco, Novello. Piedirosso, Spumante), Asprinio di Aversa (spumante), Campi Flegrei (Bianco Falanghina Spumante, Pèer ‘e Palummo Passito, Piedirosso, Rosso), Capri (Bianco, Rosso), Castel San Lorenzo (Barbera, Bianco, Moscato, Moscato Spumante, Rosato, Rosso), Cilento (Bianco, Rosato, Rosso), Costa d’Amalfi (Bianco, Furore, Ravello, Rosato, Rosso, Tramonti), Falerno del Massico (Bianco, Primitivo, Rosso), Fiano di Avellino, Galluccio (Bianco, Rosato, Rosso), Guardia Saframondi (o Guardirolo; Aglianico, Falanghina, Novello, Rosato, Rosso), Ischia (Bianco, Biancolella, Bianco Spumante, Forastera, Pèr ‘e Palummo, Pèr ‘e Palummo Passito, Piedirosso, Rosso), Penisola Sorrentina (Gragnano, Lettere, Rosso Frizzante Naturale, Sorrento Bianco, Sorrento Rosso), Sannio (Aglianico, Barbera, Bianco, Coda di Volpe, Falanghina, Fiano, Greco, Moscato, Piedirosso, Rosato, Rosso, Sciascinoso), Sant’Agata dei Goti (Aglianico, Bianco, Falanghina, Falanghina Passito, Greco, Novello, Piedirosso, Rosato, Rosso), Solopaca (Aglianico, Falanghina, Rosato, Spumante), Vesuvio (Bianco, Lacryma Christi del Vesuvio, Rosso).
Tipi di uva. Bianca: Aspirinio Bianco, Biancolella, Chardonnay, Coda di Volpe Bianca, Fiano, Forastera, Greco, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Aglianico, Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Malbech, Merlot, Petite Verdot, Piedirosso, Pinot Nero, Sangiovese, Sciascinoso, Syrah, Tannat.
EMILIA ROMAGNA
L’unico vino D.O.C.G. è Albana di Romagna; i D.O.C. sono Bianco di Scandiano (Bianco, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Montericco, Malbo Gentile, Malvasia, Marzemino, Sauvignon), Bosco Eliceo (Bianco, Fortana, Merlot, Sauvignon), Cagnina di Romagna, Colli Bolognesi (Bianco, Barbera, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Pignolettto, Pinot Bianco, Riesling Italico, Sauvignon), Colli di Faenza (Bianco, Pinot Bianco, Rosso, Sangiovese, Trebbiano), Colli di Imola (Bianco, Barbera, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Pignoletto, Rosso, Sangiovese, Trebbiano), Colli di Parma (Malvasia, Rosso,Sauvignon), Colli di Rimini (Bianco, Biancame, Cabernet Sauvignon, Rebola, Rosso), Colli Piacentini (Barbera, Bonarda, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Gutturnio, Malvasia, Monterosso Val d’Arda, Novello, Ortugo, Pinot Grigio, Pinot Spumante, Pinot Nero, Sauvignon, Trebbianino Val d’Arda, Valnure, Vin Santo, Vin Santo di Vigoleno), Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Pagadebit di Romagna, Reggiano (Lambrusco, Lambrusco Salamino, Rosso, Spumante), Reno (Bianco, Montuni, Pignoletto), Romagna Albana Spumante, Sangiovese di Romagna, Trebbiano di Romagna.
Tipi di uva. Bianca: Albana, Barbera Bianca, Bombino, Chardonnay, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Mostosa, Müller-Thurgau, Ortrugo, Pagadebit, Pignoletto, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Modenese, Trebbiano Romagnolo, Trebbiano Toscano, Vedrea, Voigner.
Rossa: Aleatico, Ancellotta, Barbarossa, Barbera, Bonarda, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Cagnina Nera, Croatina, Fortana, Gamay, Lambrusco, Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Marani, Lambrusco Maestri, Lambrusco Montericco, Lambrusco Salamino, Lambrusco di Sorbara, Malbech, Merlot, Montù, Montuni, Petite Verdot, Pinot Nero, Refosco Toscano, Sangiovese, Syrah, Tannat.
FRIULI VENEZIA GIULIA
L’unico vino D.O.C.G. è Ramandolo; i D.O.C. sono Carso, Colli Orientali del Friuli, Collio Goriziano (o Collio), Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Grave, Friuli Isonzo, Friuli La tisana, Lison – Pramaggiore.
Tipi di uva. Bianca: Chardonnay, Incrocio Manzoni, Malvasia, Malvasia Istriana, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Picolit, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Prosecco, Ribolla Gialla, Riesling, Riesling Italico, Riesling Renano, Sauvignon, Sémillon, Tocai Friulano, Traminer, Traminer Aromatico, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Verduzzo Friulano, Voigner, Vitovska.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carmenère, Franconia, Gamay, Incrocio Manzoni 2.15, Malbech, Petite Verdot, Pignolo, Pinot Nero, Refosco dal Peduncolo Rosso, Refosco Nostrano, Ribolla Nera, Sangiovese, Schioppettino, Syrah, Tannat, Tazzelenghe, Terrano.
LAZIO
Non sono presenti vini D.O.C.G.; i D.O.C. sono Aleatico di Gradoli, Aprilia (Merlot, Sangiovese, Trebbiano), Atina (Cabernet, Rosso), Bianco Capena, Castelli Romani (Bianco, Novello, Rosato, Rosso), Cerveteri (Bianco Amabile, Bianco Frizzante, Bianco Secco, Rosato, Rosso Amabile, Rosso Novello), Cesanese del Piglio (Frizzante Naturale, Spumante Naturale), Cesanese di Affile o Affile, Cesanese di Olevano Romano, Circeo (Bianco, Novello, Rosato, Sangiovese, Sangiovese Rosato, Trebbiano), Colli Albani (Novello, Spumante), Colli della Sabina (Bianco, Bianco Frizzante, Bianco Spumante, Rosato, Rosato Frizzante, Rosso Frizzante, Rosso Novello, Rosso Spumante), Colli Etruschi Viterbesi (Bianco, Canaiolo o Cannaiola Amabile, Grechetto, Merlot, Moscatello, Moscatello Passito, Procanico, Rosato, Rossetto, Rosso, Rosso Novello, Sangiovese Rosato, Violone), Colli Lanuvini, Cori (Bianco, Rosso), Est! Est! Est! di Montefiascone, Frascati, Genazzano, Marino (Spumante), Montecompatri-Colonna (Amabile, Dolce, Frizzante), Orvieto, Tarquinia (Bianco Amabile, Bianco Frizzante, Bianco Secco, Rosato, Rosso Amabile, Rosso Novello), Velletri (Bianco, Rosso), Vignanello (Bianco, Greco, Greco Spumante, Rosato, Rosso), Zagarolo.
Tipi di uva. Bianca: Barbera Bianca, Bellone, Chardonnay, Grechetto, Malvasia, Malvasia Bianca, Malvasia Bianca di Candia, Malvasia del Lazio, Moscatello, Moscato Bianco, Mostosa, Müller-Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Giallo, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Abbuoto, Aleatico, Bonarda, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Casanese Comune, Casanese d’Affile, Gamay, Grechetto Rosso, Malbech, Merlot, Olivella Nera, Petite Verdot, Pinot Nero, Sangiovese, Sciascinoso, Syrah, Tannat.
LIGURIA
Non sono presenti vini D.O.C.G.; i D.O.C. sono Cinque Terre or Cinque Terre Schiacchetrá (Costa de Campu, Costa de Posa, Costa de Sera, Sciacchetrà), Colli di Luni (Bianco, Rosso, Vernmentino), Colline di Levanto (Bianco, Rosso), Golfo del Tigullio (Bianchetta, Bianco, Ciliegiolo, Genovese, Moscato, Rosato, Rosso, Passito, Spumante, Vermentino), Riviera Ligure di Ponente (Albenga o Albenghese, Finale o Finalese, Riviera dei Fiori), Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua, Val Polcevera.
Tipi di uva. Bianca: Albarola, Bianchetta Genovese, Bosco, Chardonnay, Lumassina, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pigato, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Rollo, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Vermentino, Voigner.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Ciliegiolo, Dolcetto, Gamay, Malbech, Merlot, Petite Verdot, Pinot Nero, Pollera Nera, Rossese, Sangiovese, Syrah, Tannat.
LOMBARDIA
I due vini D.O.C.G. sono Franciacorta (Satèn, Rosé) e Valtellina Superiore (Grumello, Inferno, Maroggia, Sassella, Vagella); i D.O.C. sono Botticino, Capriano del Colle, Cellatica, Garda, Garda Classico (Bianco, Chiaretto, Novello, Rosso, Rosso Superiore), Garda Colli Mantovani (Bianco, Cabernet, Chardonnay, Chiaretto, Garda, Merlot, Rubino ,Sauvignon), Lambrusco Mantovano, Lugana (Spumante, Superiore), Oltrepó Pavese (Barbera, Bonarda, Buttafuoco, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Cortese, Malvasia, Moscato, Pinot Grigio, Pinot Nero vinificato in Bianco, Pinot Nero vinificato in Rosso, Riesling, Riesling Italiaco, Rosato, Rosso, Sangue di Giuda, Sauvignon, Spumante), Riviera del Garda Bresciano o Garda Bresciano, San Colombano al Lambro or San Colombano (Bianco, Rosso), San Martino della Battaglia, Terre di Franciacorta (Bianco, Rosso), Valcalepio, Valtellina (Rosso, Sforzato).
Tipi di uva. Bianca: Chardonnay, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Moscato di Scanso, Müller-Thurgau, Pignola, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling, Riesling Italico, Riesling Renano, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano di Soave, Trebbiano di Lugana, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Aleatico, Barbera, Bonarda Novarese, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Chiavennasca, Croatina, Gamay, Groppello di Mocasina, Groppello di Santo Stefano, Groppello Gentile, Incrocio Terzi, Lambrusco, Lambrusco Marani, Lambrusco Viadanese, Malbech, Merlot, Moscato Nero di Acqui, Moscato Rosa, Nebbiolo, Petite Verdot, Pinot Nero, Rossara, Rossola Nera, Sangiovese, Syrah, Tannat, Ughetta, Uva Rara, Vespolina.
MARCHE
Non sono presenti vini D.O.C.G.; i D.O.C. sono Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio dei Colli Ascolani, Lacrima di Morro or Lacrima di Morro d’Alba, Offida, Rosso Cònero, Rosso Piceno, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica, Vernaccia di Serrapetrona.
Tipi di uva. Bianca: Biancame, Chardonnay, Incrocio Bruni 54, Maceratine, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Passerina, Pecorino, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Verdicchio, Voigner.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Lacrima, Malbech, Merlot, Montepulciano, Petite Verdot, Pinot Nero, Sangiovese, Syrah, Tannat.
MOLISE
Non sono presenti vini D.O.C.G.; i D.O.C. sono Biferno, Molise o del Molise, Pentro di Isernia.
Tipi di uva. Bianca:, Chardonnay, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Passerina, Pecorino, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Malbech, Merlot, Petite Verdot, Pinot Nero, Sangiovese, Syrah, Tannat.
PIEMONTE
I vini D.O.C.G. sono Asti, Barbaresco, Barolo, Brachetto d’Acqui o Acqui, Gavi o Cortese di Gavi (Frizzante, Spumante, Tranquillo), Gattinara, Ghemme; i D.O.C. sono Albugnano (Rosato, Rosso), Barbera d’Alba, Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato, Boca, Bramaterra, Canavese (Barbera, Bianco, Nebbiolo, Rosato, Rosso), Carema, Cisterna d’Asti (Superiore), Colli Tortonesi (Barbera, Bianco, Chiaretto, Cortese, Dolcetto, Rosso), Collina Torinese (Barbera, Bonarda. Malvasia, Pelaverga o Cari, Rosso), Colline Novaresi (Barbera, Bianco, Bonarda o Uva Rara, Croatina, Nebbiolo o Spanna, Rosso, Vespolina), Colline Saluzzesi (Pelaverga, Quagliano, Quagliano Spumante), Cortese dell’Alto Monferrato, Coste del Sesia (Bianco, Bonarda o Uva Rara, Croatina, Nebbiolo o Spanna, Rosato, Rosso, Vespolina), Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Alba, Dolcetto d’Asti, Dolcetto delle Langhe Monregalesi, Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba, Dolcetto di Dogliani, Dolcetto di Ovada, Erbaluce di Caluso o Caluso (Passito, Passito Liquoroso, Spumante), Fara, Freisa d’Asti, Freisa di Chieri (Amabile, Secco), Gabiano, Grignolino d’Asti, Grignolino del Monferrato Casalese, Langhe (Arneis, Bianco, Chardonnay, Dolcetto, Favorita, Freisa, Nebbiolo, Rosso), Lessona, Loazzolo, Malvasia di Casorzo d’Asti, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato (Bianco, Casalele, Chiaretto o Ciaret, Freisa, Rosso), Nebbiolo d’Alba, Piemonte (Barbera, Bonarda, Brachetto, Chardonnay, Cortese, Grignolino,Moscato, Moscato Passito, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Pinot Nero, Spumante), Pinerolese (Barbera, Bonarda, Dolcetto, Doux D’Henry, Freisa, Ramie, Rosato, Rosso), Roero (Arnesi), Rubino di Cantavenna, Ruchè di Castagnole Monferrato, Sizzano, Valsusa, Verduno Pelaverga o Verduno.
Tipi di uva. Bianca: Arneis, Barbera Bianca, Chardonnay, Cortese, Erbaluce, Falangina, Favorita, Malvasia, Malvasia di Schierano, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pignola, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Timorasso, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Aleatico, Barbera, Bonarda, Brachetto, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Chiavennasca, Croatina, Dolcetto, Freisa, Gamay, Grignolino, Malbech, Malvasia di Catorzo, Merlot, Nebbiolo, Neretta Cuneense, Neretto di Bario, Nero Buono, Pelaverga, Petite Verdot, Pinot Nero, Quagliano, Ruchè, Sangiovese, Spanna, Syrah, Tannat, Vespolina.
PUGLIA
Non sono presenti vini D.O.C.G.; i D.O.C. sono Aleatico di Puglia, Alezio, Brindisi, Cacc’e Mmitte di Lucera, Castel del Monte, Copertino, Galatina, Gioia del Colle, Gravina, Leverano, Lizzano, Locorotondo, Martina o Martina Franca, Matino, Moscato di Trani, Nardó, Orta Nova, Ostuni, Primitivo di Manduria, Rosso Barletta, Rosso Canosa o Canisium, Rosso di Cerignola, Salice Salentino, San Severo, Squinzano.
Tipi di uva. Bianca: Bianco d’Alessandro, Bombino Bianco, Chardonnay, Impigno, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pampanuto, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Verdeca, Voigner.
Rossa: Aleatico, Bombino Nero, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Malbech, Malvasia Nera di Basilicata, Malvasia Nera di Brindisi, Malvasia Nera di Lecce, Merlot, Negroamaro Precoce, Ottavianello, Petite Verdot, Pinot Nero, Primitivo, Sangiovese, Susumaniello, Syrah, Tannat, Uva di Troia.
SARDEGNA
L’unico vino D.O.C.G. è Vermentino di Gallura; i D.O.C. sono Alghero, Arborea, Campidano di Terralba Terralba, Cannonau di Sardegna (Capoferrato, Jerzu, Oliena o Nepente di Oliena), Carignano del Sulcis, Girò di Cagliari, Malvasia di Bosa, Malvasia di Cagliari, Mandrolisai, Monica di Cagliari, Monica di Sardegna, Moscato di Cagliari, Moscato di Sardegna (Tempio o Gallura), Moscato di Sorso-Sennori, Nasco di Cagliari, Nuragus di Cagliari, Sardegna Seminano, Vermentino di Sardegna, Vernaccia di Oristano.
Tipi di uva. Bianca: Chardonnay, Clairette, Malvasia, Malvasia di Sardegna, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Nasco, Nuragus, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Semidano, Sémillon, Torbato, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Vermentino, Vernaccia di Oristano, Vernaccia di San Gimignano, Voigner.
Rossa: Aleatico, Alicante, Barbera Sarda, Bovale Grande, Bovale, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Cannonau (o Cannonao), Carignano, Gamay, Girò, Malbech, Merlot, Monica, Nieddera, Nieddera Mannu, Pascale, Petite Verdot, Pinot Nero, Sangiovese, Syrah, Tannat, Vermentino Nero.
SICILIA
Non sono presenti vini D.O.C.G.; i D.O.C. sono Alcamo, Cerasuolo di Vittoria, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Delia Novolelli, Eloro, Etna, Faro, Malvasia delle Lipari, Marsala, Menfi, Moscato di Noto Naturale o Moscato di Noto, Moscato di Pantelleria Naturale o Moscato di Pantelleria, Moscato di Passito di Pantelleria o Passito di Pantelleria, Moscato di Siracusa, Riesi, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita del Belice, Sciacca.
Tipi di uva. Bianca: Ansonica, Carricante, Catarratto Bianco Comune, Catarratto Bianco Lucido, Chardonnay, Damaschino (o Damaskino), Grecanico Dorato, Grillo, Malvasia, Malvasia di Lipari, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Verdello, Voigner, Zibibbo.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Calabrese, Frappato, Gamay, Malbech, Merlot, Negrello Cappuccio, Negrello Mascalese, Nero d’Avola, Nocera, Perricone, Petite Verdot, Pinot Nero, Sangiovese, Syrah, Tannat.
TOSCANA
I vini D.O.C.G. sono Brunello di Montalcino, Carmignano, Chianti (Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Sebesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina), Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, Vino Nobile di Montepulciano; i D.O.C. sono Ansonica Costa dell’Argentario, Barco Reale di Carmignano o Carmignano, Bianco della Valdinievole, Bianco dell’Empolese, Bianco di Pitigliano, Bianco Pisano di San Torpè, Bolgheri o Bolgheri Sassicaia, Candia di Colli Apuani, Caparbio, Colli dell’Etruria Centrale, Colli di Luni, Colline Lucchesi, Cortona, Elba, Montecarlo, Montecucco, Monteregio di Massa Marittima, Montescudaio, Morellino di Scansano, Moscadello di Montalcino, Orcia, Parrina, Pomino, Rosso di Montalcino, Rosso di Montepulciano, San Gimignano, Sant’Antimo, Sovana, Val d’Arbia, Valdichiana, Val di Cornia or Val di Cornia Suvereto (Campiglia Marittima, Piombino, San Vincenzo, Suvereto), Vin Santo del Chianti (Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Sebesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina), Vin Santo del Chianti Classico, Vin Santo di Montepulciano.
Tipi di uva. Bianca: Ansonica, Canaiolo Bianco, Chardonnay, Clairette, Grechetto, Malvasia, Malvasia Bianca, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Vermentino, Voigner.
Rossa: Aleatico, Brunello, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Cannaiolo Nero, Ciliegiolo, Colorino, Durella, Gamay, Grechetto Rosso, Groppello di Mocasina, Malbech, Mammolo, Merlot, Morellino, Petite Verdot, Pinot Nero, Prugnolo Gentile, Sangiovese, Spanna, Syrah, Tannat, Tempranillo.
TRENTINO ALTO ADIGE
Non sono presenti vini D.O.C.G.; i D.O.C. sono Alto Adige o Südtirol, Alto Adige Colli di Bolzano o Südtirol Bozner Leiten (sottozona), Alto Adige Meranese o Südtirol Meraner (sottozona), Alto Adige Santa Maddalena o Südtirol St. Magdalener (sottozona), Alto Adige Terlano o Südtirol Terlaner (sottozona), Alto Adige Valle Isarco o Südtirol Eisacktaler (sottozona), Alto Adige Valle Venosta o Südtirol Vinschgau (sottozona), Casteller, Lago di Caldaro o Caldano (Classico e Classico Suepriore possono avvalersi della specificazione aggiuntiva “Alto Adige” o“Südtirol”), Sorni (sottozona), Teroldego Rotaliano, Trentino, Trento, Valdadige o Etschtaler.
Tipi di uva. Bianca: Bianchetta Trevigiana, Chardonnay, Kerner, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Moscato Giallo, Müller-Thurgau, Nosiola, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling, Riesling Italico, Riesling Renano, Sauvignon, Sémillon, Sylvaner Verde, Traminer, Traminer Aromatico, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Lagrein, Lambrusco, Lambrusco a Foglia Frastagliata, Lambrusco Marani, Malbech, Malvasia Rosa, Marzemino, Merlot, Petite Verdot, Pinot Nero, Rebo, Sangiovese, Schiava Gentile, Schiava Grigia, Syrah, Tannat, Teroldego, Vernatsch.
UMBRIA
I due vini D.O.C.G. sono Montefalco Sagrantino e Torgiano Rosso Riserva; .; i D.O.C. sono Assisi, Colli Altotiberini, Colli Amerini, Colli del Trasimeno o Trasimeno, Colli Martani, Colli Perugini, Lago di Corsara, Montefalco, Orvieto (Classico, Superiore), Rosso Orvietano o Orvietano Rosso, forgiano.
Tipi di uva. Bianca: Biancame, Chardonnay, Grechetto, Malvasia, Malvasia Bianca, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Procanico, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Spoletino, Trebbiano Toscano, Verdello, Voigner.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Grechetto Rosso, Malbech, Merlot, Petite Verdot, Pinot Nero, Sagrantino, Sangiovese, Syrah, Tannat.
VALLE D’AOSTA
L’unico vino D.O.C.G. è Valle d’Aosta (Chardonnay, Fumin, Gamay, Müller Thurgau, Petite Arvine. Petit Rouge, Pinot Gris, Pinot Noir, Prémetta); per il resto le denominazioni di sottozone sono Arnad-Motjovet, Blanc de Morgex et de La Salle, Chambave (Muscat, Rouge), Donnas o Donnaz, Enfer d’Arvier, Nus (Malvoisie, Rouge), Torrette.
Tipi di uva. Bianca: Blanc de Morgex, Chardonnay, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Petit Arvine, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Prie Blanc, Sauvignon, Sémillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Voigner.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Cornallin, Fumin, Gamay, Malbech, Merlot, Nebbiolo, Neyret, Petit Rouge, Petite Verdot, Picotendro, Pinot Nero, Prie Rouge, Sangiovese, Syrah, Tannat, Viens de Nus.
VENETO
I due vini D.O.C.G. sono Recioto di Soave e Bardolino; i D.O.C. sono Arcole, Bagnoli di Sopra o Bagnoli, Bianco di Custoza, Breganze, Colli Berici, Colli di Conegliano, Colli Euganei, Gambellara, Garda e Garda Classico, Lessini Duello, Lison Pramaggiore, Lugana, Merlara, Montello e Colli Asolani, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (Superiore di Cartizze), San Martino Della Battaglia, Soave, Valdadige o Etschtaler, Valpolicella o Recioto della Valpolicella, Vicenza, Vini del Piave o Piave.
Tipi di uva. Bianca: Chardonnay, Garganega, Incrocio Manzoni 6.0.13, Malvasia, Moscatello, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Pinella, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Prosecco, Riesling, Riesling Italico, Riesling Renano, Sauvignon, Sémillon, Traminer, Traminer Aromatico, Trebbiano, Trebbiano di Lugana, Trebbiano di Soave, Trebbiano Toscano, Verdino, Verduzzo Trevigiano, Vespaiola, Voigner.
Rossa: Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carmenère, Corvina, Corvinone, Duella, Gamay, Incrocio Manzoni 2.15, Malbech, Merlot, Molinara, Negrara, Oseleta, Petite Verdot, Pinot Nero, Raboso Veronese, Refosco Nostrano, Rondinella, Rossignola, Sangiovese, Syrah, Tannat, Tocai Rosso.
ETICHETTATURA
ETICHETTA DEI VINI DA TAVOLA
Sapere leggere l’etichetta del vino è importante per prevedere alcune sue caratteristiche fondamentali. Naturalmente dall’etichetta non emergono dati che fanno intendere la qualità vera e propria, in tal caso non dovete fare altro che assaggiare il contenuto della bottiglia, operazione che non crea disagio se amate il cosiddetto nettare degli dei.
Etichetta, retroetichetta e collarino, considerati come elementi grafici, non hanno alcun tipo di restrizione. Pertanto la grandezza, la forma (quadrata, rettangolare, ovale, ecc.) e i colori sono studiati lasciando il passo alla creatività e alla fantasia. La legge tuttavia obbliga a porre su un unico campo visivo determinate proprietà come la denominazione di vendita, il nome e la sede del produttore oppure del trasformatore, la gradazione alcolica, la quantità di prodotto nella confezione. Questo perché il consumatore deve avere la possibilità di conoscere i dati più rilevanti con un solo colpo d’occhio.
Vini con etichette non conformi devono essere segnalati perché siano restituiti al fornitore e l’irregolarità deve essere notificata in quanto il prodotto non può essere commercializzato.
Per essere conforme alle normative, l’etichetta del vino da tavola (V.D.T.) deve mostrare (l’immagine è stata creata a puro titolo esemplificativo):
Sulla retroetichetta è obbligatorio indicare:
- il numero di lotto di appartenenza del vino, cioè la quantità di bottiglie di vino confezionato nel medesimo periodo e nelle stesse circostanze. Solitamente precededuto dalla lettera L (lotto) e seguito da numeri che si riferiscono alla data di imbottigliamento (il vino non ha una vera e propria scadenza, pertanto attraverso questa dicitura avete un’informazione essenziale). Potete fare riferimento al numero di lotto nel caso vi accorgiate di eventuali anomalie;
- il divieto alla dispersione della bottiglia nell’ambiente dopo l’uso mediante scritta o simbolo.
È invece facoltativo indicare:
- le caratteristiche del vino;
- l’intervallo della temperatura di servizio;
- eventuali abbinamenti gastronomici consigliati;
- codice a barre (insieme di linee verticali di diverso spessore e distanza decodificabili da un lettore ottico e che riportano la nazionalità della ditta produttrice, il codice del prodotto, il codice del produttore e il codice di controllo; utile per velocizzare le funzioni di magazzino e di cassa).
In pratica, il vino da tavola non può recare la scritta che fa riferimento a una zona geografica, a un vitigno o a un’annata particolari poiché non è I.G.T., D.O.C. o D.O.C.G., né marchi o simboli relativi alle sottocategorie V.Q.P.R.D.
ETICHETTA DEI VINI I.G.T., D.O.C. E D.O.C.G.
L’etichetta del vino D.O.C. o D.O.C.G. deve esplicitare la qualifica, il nome del vigneto e della zona di coltivazione, l’annata e includere la sigla di origine controllata (l’immagine è esemplificativa):
Su alcune bottiglie di vino d’origine pregiata c’è il numero per contraddistinguere l’imbottigliatura del vino.
In particolare, i vini D.O.C.G. devono avere il contrassegno di stato sul collarino della bottiglia.
ETICHETTA DEI VINI BIOLOGICI
In breve, l’agricoltura biologica è un modello sostenibile di sviluppo che affonda le sue radici nel metodo di produzione biologico, fondato su salvaguardia e valorizzazione delle risorse; rispetto dell’ambiente, del benessere animale e della salute dei consumatori.
Per vino biologico si intende un prodotto derivante da un’accurata selezione delle viti e lavorato secondo metodi artigianali o semiartigianali, cioè con un ridotto uso di macchinari, per assicurare genuinità, gusto, tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente.
L’etichetta del vino biologico deve obbligatoriamente precisare la denominazione di vendita (es. vino da tavola), la gradazione alcolica e il volume nominale (quantità del contenuto). È facoltativa la denominazione del nome e della sede del produttore.
La retroetichetta solitamente riporta le diciture obbligatorie previste dalla legislazione sull’etichettatura dei prodotti alimentari, nella fattispecie la tipologia di uva (o di più uve) adoperate, il nome o la sigla dell’organismo di controllo che certifica la provenienza da agricoltura biologica, i riferimenti di riconoscimento dell’organismo di controllo da parte del MRAAF (Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali; es. Aut. MRAAF n. 1234567 del 15/03/98), il codice attribuito all’organismo di controllo da parte del MRAAF e il numero di autorizzazione all’etichettatura rilasciato all’Azienda dall’ente locale dell’organismo di controllo (es. la lettera F indica ‘fresco’, la lettera T ‘trasformato’).
ANNATE
L’annata corrisponde all’anno di raccolta dell’uva (da non confondere con la data di imbottigliamento) e le bottiglie che la indicano si dicono di vini millesimati.
È necessario essere (o diventare) buoni intenditori per capire se il vino di una precisa annata è apprezzabile o meno, perché alcune annate non sono considerate ottimali per alcuni tipi di vino e rischiereste persino di acquistare una bottiglia a un prezzo non adeguato, oltre a procurarvi un vino magari non adatto all’invecchiamento.
Il fattore basilare che determina una buona annata è relativo alle condizioni climatiche dominanti, come insolazioni e piogge, che influiscono sul terreno dei vitigni e sulla crescita dell’uva.
Spesso si sente parlare di grandi annate e di piccole annate. La prima espressione descrive il vino da invecchiamento che deve essere lasciato ulteriormente invecchiare e che ha una maggiore concentrazione di sapori e aromi, la seconda definisce un vino da invecchiamento più leggero e vivace che deve essere consumato in tempi relativamente brevi poiché sono più poveri di alcol, tannino e acidità.
Non è chiaramente sintomatico il fatto che un vino invecchiato sia necessariamente più buono al vostro palato o a quello dei vostri ospiti. Il gusto è sempre un fattore personale.
I vini giovani sono più fruttati e vivaci, quelli invecchiati invece sono più morbidi e aromatici, il cui sapore è più complesso e impegnativo da gustare.
I vini non millesimati, ossia senza il contrassegno dell’anno, sono comunemente il prodotto di unione di due o più annate e pronto al consumo perché farlo invecchiare non è certo la soluzione migliore.
Ciascun vino millesimato conosce diverse annate.
Per esempio, facendo riferimento ai vini italiani di Piemonte, Veneto e Toscana dal 1981 al 2004, in generale possiamo vedere che esistono annate storiche che accomunano più zone viticole (es. il 1997 è stata un’annata storica) e altre che hanno prodotto vino degno di nota solo in alcune aree geografiche (es. il 1985 è stata un’annata storica per i vini piemontesi, buona per i vini veneti ed eccezionale per i vini toscani).
ANNATA | PIEMONTE | VENETO | TOSCANA |
2004 | storica | storica | storica |
2003 | media | buona | media |
2002 | media | media | media |
2001 | storica | eccezionale | eccezionale |
2000 | eccezionale | eccezionale | buona |
1999 | eccezionale | buona | eccezionale |
1998 | buona | buona | eccezionale |
1997 | storica | storica | storica |
1996 | buona | media | buona |
1995 | storica | storica | storica |
1994 | deludente | deludente | deludente |
1993 | media | buona | buona |
1992 | deludente | povera | deludente |
1991 | media | deludente | media |
1990 | storica | storica | storica |
1989 | storica | deludente | deludente |
1988 | eccezionale | eccezionale | storica |
1987 | buona | deludente | media |
1986 | media | media | media |
1985 | storica | buona | eccezionale |
1984 | deludente | deludente | deludente |
1983 | buona | eccezionale | buona |
1982 | storica | povera | eccezionale |
1981 | media | media | media |
La presente tabella non è però sufficiente. Occorre difatti visionare le tabelle relative a ogni vino per conoscerne la qualità di produzione delle annate e sapere qual è il momento migliore per consumarlo.
Le tabelle delle annate sono compilando usando aggettivi qualificativi (annata storica, eccellente, ottima, buona, media, passabile, povera) o scale numeriche (da 0 a 10; da 0 a 20; da 0 a 100).
CONSERVAZIONE
Com’è noto, le bottiglie devono essere conservate rispettando alcuni accorgimenti che migliorano le note di maturazione del vino.
TEMPERATURA
La cantina è il luogo in cui la temperatura ha più possibilità di mantenersi costante e non aumentare repentinamente come in casa, per esempio, dove le dilatazioni e le contrazioni del volume del vino agiscono sul tappo della bottiglia (avete presente come delude un vino che “sa di tappo”?), l’ossidazione di alcune sostanze è inevitabile per via della mutazione della quantità delle molecole d’ossigeno.
Il caldo causa l’invecchiamento precoce del vino; il volume di liquido si dilata, i polifenoli si aggregano e precipitano, eventuali lieviti vivi e residui di zucchero provocano la continuazione della fermentazione, con drastiche alterazioni sui sapori e gli aromi.
Il freddo svilisce il vino neutralizzando le sfumature delle fragranze; il volume di liquido si contrae, l’acido tartarico va incontro a processi chimici che lo trasformano in sali di tartrato.
In linea di massima, la temperatura per mantenere i vini bianchi varia tra 10°C e 12°C, quella per i vini rossi varia tra 12°C e 14°C.
Le cantine secolari sono state scavate nel terreno e collocate ad almeno quattro metri sotto il livello del suolo. Naturalmente non si può pretendere che le costruzioni attuali offrano tanto, dal momento che le cantine sono spesso posizionate in corrispondenza del sottoscala o al piano inferiore rispetto a quello d’ingresso.
I veri appassionati di enologia consigliano di isolare la cantina con appositi pannelli e di praticare possibilmente un’apertura sul lato della cantina esposto a nord, che è anche quello più fresco.
Al sud, dove il caldo è implacabile, si può rimediare con un climatizzatore con timer per rinfrescare la cantina diverse volte al giorno, soprattutto d’estate, oppure acquistando un armadio climatizzato con ante in legno che lo faranno apparire come un mobile.
UMIDITà
Poiché il vino teme l’umidità, l’igrometro deve segnalare un tasso di umidità compreso tra il 70% e l’80% per mantenere sane le etichette e non fare deteriorare il tappo in sughero che deve sempre essere opportunamente idratato. Un locale troppo secco prosciuga il sughero e il vino tende a fuoriuscire, evaporando e ossidandosi.
È più semplice conservare l’umidità se la cantina ha un fondo ricoperto di ghiaia o argilla espansa, che possono essere umidificate ulteriormente spargendo acqua. La pavimentazione a piastrelle ostacola la traspirazione naturale del terreno; in tal caso munitevi di catini e bacinelle e riempiteli con acqua e della calce per non trasformare i contenitori in veri e propri stagni con colture batteriche.
AERAZIONE
La cantina deve avere delle fenditure per permettere il ricambio dell’aria con l’ambiente immediatamente prossimo (es. corridoio che conduce alla cantina), meglio se una in alto a nord e un’altra in basso a est.
Se non c’è segno di ventilazione o la cantina è completamente chiusa, si formeranno muffe e stagnazione di odori che via via penetreranno attraverso i tappi di sughero.
Spesso si riempie la cantina di salumi, formaggi, conserve, scorte alimentari, detersivi, latte di vernice e così via. In realtà tutti gli odori emessi entrano nelle bottiglie e si accorpano agli elementi aromatici del vino, che va tenuto in un locale separato da quello di stoccaggio.
LUMINOSITà
Sono molti gli alimenti e le sostanze che non devono essere esposti alla luce artificiale (tanto meno a quella dei raggi solari, ma in cantina non c’è questo rischio). In particolare i vini contenuti in bottiglie di vetro trasparente, tipicamente i bianchi, vanno incontro a un deterioramento veloce.
È sufficiente che la cantina sia illuminata da una lampadina a basso voltaggio dal momento che la luce determina l’innalzamento della temperatura e l’abbassamento dell’umidità. Quando uscite dalla cantina, non dimenticatevi di spegnere l’interruttore!
POSIZIONE DELLE BOTTIGLIE
Le bottiglie di vino fermo devono essere estratte dal cartone o dal legno di imballaggio, che assorbe l’umidità di cui si deve invece impregnare il tappo, e collocate su scaffali, mensole, grate o in strutture ad alveolo, avendo cura di non stenderle parallele al pavimento ma con il collo leggermente inclinato verso l’alto per evitare che il tappo in sughero, che deve comunque lambire il liquido per garantire la tenuta, a lungo andare adulteri il sapore.
Se la cantina è vicino al garage o risente del passaggio di mezzi di trasporto di superficie (es. autobus, camion), scegliete robuste strutture di legno che, grazie alle proprietà pneumatiche e fonoassorbenti, limitano le vibrazioni.
Gli spumanti possono essere riposti in posizione perfettamente orizzontale; vini giovani da consumare in tempi brevi e vini liquorosi con tappo sintetico possono stare in posizione verticale.
ACQUISTARE IL VINO
Il vino si può comprare in diversi modi.
Presso la sede del produttore. Potete recarvi direttamente dal produttore se questi permette l’acquisto presso la sede o durante eventi organizzati.
Non è detto che il costo sia particolarmente conveniente, a volte vi accorgerete che non ci sono differenze tra il produttore e il negoziante. Se fate una scorta notevole, chiedete se è possibile applicare uno sconto.
L’indiscutibile vantaggio è di potere assaggiare diversi vini prima di decidere quale portare a casa, magari intervallando gustosi spuntini di pane, salumi e formaggi e intrattenendo piacevoli chiacchiere con il produttore per farvi narrare la storia dei vigneti e divertenti aneddoti. Inoltre degustare il vino dove viene prodotto, specialmente dopo una suggestiva visita alle cantine e su un terrazzo panoramico, rende tutto più suggestivo e magico.
Presso enoteche e negozi specializzati. In enoteca o in un negozio specializzato trovate persone molto competenti in grado di consigliarvi al meglio, fino a non sbagliare se dovete fare un regalo e conoscete il destinatario solo superficialmente. I prezzi non sono a buon mercato, inclusi quelli delle specialità gastronomiche, ma la consulenza ha il suo prezzo e bottiglie che altrimenti fatichereste a reperire anche.
Al supermercato (GDO, Grande Distribuzione Organizzata). Insieme al Web, è uno dei canali privilegiati dove il risparmio è possibile. Tuttavia non si trovano vini particolarmente pregiati e speciali e le bottiglie non sono propriamente conservate come dovrebbero a causa della posizione e dell’esposizione alla luce artificiale.
Presso negozi di generi alimentari. I negozi di generi alimentari che vendono di tutto un po’ hanno costi abbastanza alti e non offrono una vasta scelta.
Via Web. Esistono numerosi portali e siti dedicati al vino dove è possibile anche fare acquisti. Sebbene non si conoscano esattamente i metodi di conservazione, potete di certo sbizzarrirvi nella scelta di vini di tutti i tipi e di tutte le nazionalità. Senz’altro stupirete parenti, amici e conoscenti! Se fate un ordine presso un sito non italiano, verificate i tempi e i costi di trasporto e consegna.
numero delle bottiglie
Il numero di bottiglie consigliato per provare un vino nuovo è di tre: una da consumare subito per assaggiarlo e iniziare a conoscere le prerogative del vino, una da bere a distanza di qualche anno per valutare il processo di invecchiamento e la tenuta, l’ultima per conservarla e aprirla in un’occasione speciale e per farla diventare oggetto da collezione.
Se volete optare per la confezione da sei bottiglie, potete aprirne due per analizzare l’invecchiamento e, tolta quella di degustazione immediata, tenerne una da collezione e ben due per gli eventi straordinari.
SERVIRE IL VINO
Nulla deve essere trascurato o, peggio, lasciato al caso. Sarebbe come servire delle ottime lasagne caserecce al pranzo domenicale nei piatti di carta e mangiarle in piedi con forchette di plastica! Bere vino deve essere un piacere, quindi alcune regole sono vitali.
TEMPERATURA DI SERVIZIO
Poco prima di prendere il vino dalla cantina o averlo tirato fuori dal frigorifero, il che dipende dal tipo di vino che servite, è fondamentale occuparsi dei bicchieri, che conservati a temperatura ambiente (20°C circa) fanno aumentare la temperatura del vino. Se questo è un po’ troppo freddo, lasciatelo decantare nel bicchiere per qualche minuto.
Non servite mai del vino versandolo in bicchieri appena tolti dalla lavastoviglie!
È pur vero che le bottiglie di grandi dimensioni (non da 750 ml, per intenderci) sono quelle in cui il vino si conserva meglio, ma non sta bene presentarle a una tavolata con ospiti. La soluzione migliore è quella di travasare il vino in più caraffe perché ognuno possa servirsi da solo, senza peraltro chiedere ai commensali che gli venga data la voluminosa bottiglia.
Con temperatura di servizio si indica la temperatura a cui gustare, e quindi servire, il vino per influire al meglio sulla percezione della degustazione.
La tabella vi è d’aiuto, con tolleranza di un grado in più o in meno rispetto al valore indicato:
vini spumanti e champagne | 8°C |
vini bianchi e rosati secchi | 10°C |
vini bianchi e rosati amabili | 12°C |
vini bianchi strutturati e affinati in barrique | 14°C |
vini rossi leggeri, fruttati e senza tannini | 14°C |
vini rossi di medio corpo | 16°C |
vini rossi corposi, alcolici, aromatici, di grande prestigio, invecchiati | 18°C |
vini passiti e liquorosi (abbinati ad antipasti, formaggi) e dolci | 8°C |
vini passiti e liquorosi (da meditazione) | 18°C |
ORDINE DEI VINI
Creare la massima armonia tra cibo e vino è il desiderio di tutti, perché i piatti sono valorizzati e il vostro pranzo o la vostra cena saranno impeccabili.
Se è presente l’aperitivo, fate che sia in dose moderata, leggero, non troppo alcolico e dal gusto delicato perché non sovraccarichi il lavoro delle papille gustative. Sono considerati ottimi vini aperitivi Moscato, Vermouth e Pineau della Charente.
Ghiaccio? Dipende dai gusti. Non dimenticando che questo, sciogliendosi, diluisce la concentrazione dell’aperitivo.
Pensando al menù gastronomico, concentratevi sui gusti dei piatti, quindi sui sapori dominanti e sugli aromi.
La regola è che il vino servito con una portata non deve fare mai rimpiangere il precedente, pertanto l’asso nella manica deve essere proposto come ultimo per chiudere la parentesi conviviale con effetti speciali!
Si serve una quantità modica di vino nel bicchiere dei convitati perché sgorghi direttamente dalla bottiglia o dalla caraffa e non rimanga troppo a lungo a ossigenarsi nel bicchiere. Versare e accettare del vino è una sorta di rituale, quindi offritelo e accoglietelo con gesti gentili e rilassati.
Si parte con un vino delicato per arrivare a quello più corposo:
- un vino bianco secco o rosato prima di un vino rosso;
- un vino fresco prima di un vino a temperatura ambiente;
- un vino leggero prima di un vino corposo;
- un vino secco prima di un vino dolce (zuccherato);
- un vino giovane prima di un vino invecchiato.
Per semplificare il discorso sugli abbinamenti, le tabelle illustrano alcune proposte.
ANTIPASTI
Stuzzichini | Spumante secco di ogni metodo (1-4 anni, 7°C) |
Antipasti magri a base di pesce, insalata di pollo | Bianco secco a vena acida, anche leggermente frizzante (1-2 anni, 10°C) |
Galantine | Bianco secco e morbido (1-2 anni, 10°C) |
Pâté | Bianco leggermente abboccato (1-3 anni, 10-12°C) |
Cocktail di gamberi o di scampi | Bianco aromatico (1-2 anni, 10°C) |
Prosciutto crudo | Rosato leggero e sapido (1 anno, 12°C) |
Antipasti all’italiana di salumi crudi senza sottaceti | Rosato leggero o rosso giovane brioso (1-2 anni, 12-14°C) |
Verdure crude in pinzimonio | Bianco morbido leggermente profumato (1 anno, 10°C) |
Sformati e tortini | Bianco secco di carattere o rosato leggero (1-2 anni, 10-14°C) |
Torte vegetali | Rosato di buona struttura o rosso giovanissimo e vinoso (1-2 anni, 12-16°C) |
PRIMI PIATTI
Consommé e minestre in brodo | Continuare con il vino servito durante l’antipasto |
Minestrone di verdure e pasta e fagioli | Rosato leggero e sapido (1 anno, 13°C) |
Pastasciutta a base di pescato | Bianco morbido, secco o leggermente abboccato (1-2 anni, 10-12°C) |
Pastasciutta a base di verdure | Bianco secco morbido (1-2 anni, 12°C) |
Pastasciutta con il pomodoro | Bianco secco fresco di acidità (1-2anni, 10°C) |
Pastasciutta a base di carne | Rosato o rosso giovane e vivace (1-2 anni, 12-16°) |
Risotto con i funghi | Rosso leggero e brioso (1-2 anni, 14°C) |
Risotto al Barolo | Rosso giovane (1-3 anni, 14-16°C) |
Risotto allo Spumante | Stesso vino usato nella preparazione (1-2 anni, 7-8°C) |
Risotto alle verdure | Bianco secco morbido (1-2 anni, 10°C) |
Risotto al pesce | Bianco secco strutturato (1-2 anni, 12°C) |
Risotto con salsiccia | Rosso giovane frizzante (1-2 anni, 15°C) |
SECONDI PIATTI
Carne
Carni bianche di pollo | Bianco secco di carattere o rosato (1-2 anni, 10-14°C) |
Carni di coniglio | Rosso moderatamente giovane, leggero di corpo e fresco (2-3 anni, 14°C) |
Carne di vitello | Rosso giovane leggero (1-2 anni, 14°C) |
Carne di agnello | Rosso secco di medio corpo (2 anni, 16°C) |
Carne di maiale | Rosso secco di medio corpo (2 anni, 16°C) |
Fegato e rognone | Rosso di buon corpo o rosso giovane (1-3 anni, 12-16°C) |
Carni rosse alla griglia | Rosso vigoroso a medio invecchiamento (2-5 anni, 18°C) |
Carni rosse in umido | Rosso a medio invecchiamento anche vivace (1-3 anni, 16°C) |
Stracotti di carni rosse | Rosso di buona stoffa e invecchiamento (2-5 anni, 18°C) |
Bolliti misti e salumi cotti | Rosso giovane e generoso anche vivace (1-3 anni, 16-18°C) |
Piccola cacciagione | Rosso di buon invecchiamento e corpo (3-5 anni, 18°C) |
Cacciagione a piuma | Rosso di buon invecchiamento e struttura (4-8 anni, 18°C) |
Cacciagione a pelo | Grande rosso di eccellente armonia (5 anni in poi, 18-20°C) |
Pesce
Frutti di mare crudi | Bianchi aromatici (1-2 anni, 8-10°C) |
Frutti di mare cotti | Bianchi non troppo secchi e fruttati (2-3 anni, 10°C) |
Pesci alla griglia e fritture | Bianco secco di carattere o rosato leggero (1-3 anni, 10-14°C) |
Pesci al cartoccio e in umido | Rosato di medio corpo (1-2 anni, 12-14°C) |
Zuppa di pesce e brodetti | Rosato di buon corpo o rosso giovane e beverino (1-2 anni, 14-16°C) |
Pesce bollito con maionese | Bianco secco morbido (1 anno, 10°C) |
Uova
Uova al burro | Bianco secco morbido e giovane (1 anno, 10°C) |
Uova al prosciutto e formaggio | Bianco di carattere o rosato leggero(1-2 anni, 10°C) |
Frittate e omelette | Rosato di buon corpo (2 anni, 12-14°C) |
FORMAGGI
Formaggi a pasta fresca | Bianco morbido (1-2 anni, 10°C) |
Formaggi erborinati | Bianco elegante o rosato giovane (1-2 anni, 10-12°C) |
Formaggi fermentati | Rosso di medio corpo e buon invecchiamento (2-5 anni, 18°C) |
Formaggi a pasta dura | Rosso di buon corpo e invecchiamento (3-8 anni, 18-20°C) |
Formaggi piccanti | Rosso di gran corpo o liquoroso (8 anni in poi, 18-20°C) |
DESSERT
Panettone, pandoro, colomba | Spumante semisecco o bianco aromatico (1-2 anni, 7°C) |
Torta paradiso | Bianco dolce leggermente aromatico (1 anno, 7-8°C) |
Crostata di frutta | Bianco o rosso semisecco o dolce, aromatico e fruttato; spumante (1-2 anni, 7-8°C) |
Prodotti da forno | Passito e liquoroso abboccato o dolce (2 anni in poi, 7-10°C) |
Dolci al cucchiaio | Bianco dolce e spumante (1-2 anni, 7-10°C) |
Creme crude o cotte | Bianco o liquoroso d’invecchiamento (2 anni in poi, 7-8°C) |
Gelati | Nessun vino |
Frutta fresca | Bianco abboccato aromatico e fruttato (1-2 anni, 7-8°C) |
Frutta secca | Rosso abboccato aromatico o passito liquoroso (da 2 anni in poi, 7-8°C) |
Frutta fresca o macedonia con presenza di agrumi | Nessun vino |
Per cambiare la temperatura a un vino troppo caldo, collocate la bottiglia in un secchiello contenente ghiaccio ma non direttamente a contatto con questo oppure mettete la bottiglia in frigorifero dentro una glacette per un’ora.
Dimenticate di possedere il congelatore poiché fa scendere la temperatura troppo rapidamente, rischiando di rovinarne il contenuto.
Se avete un vino troppo freddo, non esporlo a fonti dirette di calore. Versate piuttosto il contenuto della bottiglia in una caraffa o tentate di riscaldare la bottiglia con acqua tiepida (solo in casi estremi!).
Per conservare adeguatamente il vino rimasto nella bottiglia aperta, dal momento che le molecole di ossigeno lo alterano irrimediabilmente, travasatelo in un contenitore di vetro che sia colmato dal vino per limitare la quantità di ossigeno e riponetelo in frigorifero per consumarlo in tempi brevi. Una più alta percentuale di alcol fa da barriera al deterioramento.
AL RISTORANTE
È buona norma che il cameriere apra la bottiglia di vino scelto o consigliato alla vostra presenza per poi proporvi di assaggiarlo.
Se la temperatura non è adatta (es. il rosso è troppo caldo), chiedete di rinfrescarlo sotto l’acqua fredda corrente o immergendolo in acqua e ghiaccio.
Il bianco è generalmente servito nel secchiello riempito di acqua e ghiaccio per mantenere la temperatura bassa. Se vi portano solo la bottiglia e la posano sul tavolo, richiedetelo.
Per fare capire eventuali anomalie, riferite che:
- “sa di tappo” se il vino ha il sapore di aromi di legno che ricordano l’odore della muffa;
- “è ossidato” o “è maderizzato” se il vino ha un odore dominante di erba, frutta tagliata e lasciata all’aria, mandorla amara o burro rancido;
- “è forte” o “è inacidito” se l’odore del vino tende a quello dell’aceto o a quello del solvente per unghie.
STAPPAtura
Procedete con cautela perché il tappo non si deve rompere o frantumare. Tenete sempre la bottiglia in posizione verticale e ben ferma.
Per aprire la bottiglia di un vino fermo, tagliate la capsula con il coltellino del cavatappi. La capsula va tagliata esattamente al di sotto dell’anello della bottiglia. Con un tovagliolo pulite la parte superiore del sughero e della bottiglia per asportare eventuali muffe.
Quindi inserite il verme del cavatappi nel centro del tappo, facendolo penetrare con una lenta rotazione fino alla fine, ma senza mai bucare l’estremità inferiore del sughero per evitare che alcuni frammenti di tappo cadano nel vino.
Facendo leva sul decapsulatore appoggiato sul bordo del collo della bottiglia si passa alla vera e propria fase di stappatura del vino.
Una volta stappato, passate nuovamente il tovagliolo dentro l’imboccatura della bottiglia in modo da rimuovere eventuali particelle di sughero.
A questo punto è necessario annusare il sughero per verificare che non ci siano odori sgradevoli come quello di tappo o di muffa.
Per aprire la bottiglia di un vino spumante rimuovete la gabbietta di protezione del tappo. Il collo della bottiglia deve essere tenuto saldamente con le quattro dita di una mano, mentre il pollice viene appoggiato sul tappo. L’altra mano invece rimuove la gabbietta.
Mettete la bottiglia in posizione obliqua, facendo attenzione che l’imboccatura sia inclinata in direzione opposta ai commensali. Il tappo si rimuove con una rotazione eseguita da una mano, mentre l’altra continua a tenere saldamente il collo della bottiglia. Se l’operazione si rivelasse troppo difficoltosa, ricorrete all’uso dell’apposita pinza per spumanti.
Versate il vino nel bicchiere perché sia colmo all’incirca un terzo.
Per evitare di sporcare la tovaglia, oltre ai sottobottiglie o anelli da inserire sul collo delle bottiglie, ci sono dei pratici salvagoccia, piccoli dischetti argentati da arrotolare e inserire direttamente nella bottiglia.
BICCHIERI, CALICI, flûte E DECANTER
Per praticità in tutte le case ci sono servizi di bicchieri che usiamo indifferentemente per bere acqua, bibite o vino. Ma, come sapete, la scelta del contenitore per il rito della degustazione è imprescindibile.
Gli strumenti essenziali sono:
- calice svasato per i bianchi giovani e freschi per permettere la concentrazione dei profumi e convogliare gli aromi ai lati della lingua;
- calice ampio con fianchi arrotondati per agitare il vino e con apertura ristretta per concentrare meglio gli aromi. È particolarmente indicato per i bianchi strutturati, i cui profumi devono essere sprigionati nel miglior modo possibile;
- calice ampio e aperto per i rosati per valorizzarne la delicatezza;
- calice di media grandezza per i rossi giovani;
- bicchiere ampio e panciuto per i rossi invecchiati per ossigenarli adeguatamente attraverso il movimento rotatorio;
- calice piccolo per i vini da dessert;
- flûte per spumante secco per concentrare gli odori e mantenere più a lungo il perlage, cioè la persistenza e l’evoluzione delle bollicine;
- coppa per lo spumante dolce.
Il vetro deve essere trasparente per cogliere le sfumature di colore del vino, senza decorazioni e sfaccettature. Bandite bicchieri di plastica, metallo o terracotta, che peraltro alterano le sensazioni organolettiche del vino.
Per creare un alone di incanto e accertarvi che i profumi e gli aromi mutano in relazione al contenitore impiegato, potete scegliere un servizio di bicchieri per il vino che comprenda, oltre ai bicchieri tradizionali, flûte, calici, decanter.
Non solo le forme, il peso, la dimensione, lo spessore e la trasparenza, ma anche la composizione dei materiali cambia in base alla marca e al modello del servizio.
La materia prima più diffusa è il vetro cristallo, cioè il vetro al piombo. Il cristallo, per essere definito tale, deve contenere almeno una percentuale di piombo pari o superiore al 24%.
Ogni bicchiere deve riportare un’etichetta di certificazione che specifica la categoria di appartenenza: cristallo superiore, cristallo al piombo, vetro sonoro superiore, vetro sonoro.
Avrete sicuramente sentito dire che il piombo ha un alto potere inquinante. Se intendete fare una scelta ecologica, optate per vetri senza piombo.
DEgustazione
Degustare significa assaggiare cibi e bevande per riconoscerne le caratteristiche organolettiche.
Organolettico si dice di una proprietà che può essere rilevata e apprezzata dai sensi, come l’odore, il sapore, il colore, ecc.
La degustazione è una fase fondamentale per giudicare la qualità di un prodotto e va eseguita secondo criteri ben precisi; per descrivere le sensazioni provate, si fa uso di un linguaggio comune e specifico per ciascun prodotto.
OK, la strada per diventare sommelier è lunga, tuttavia potete intanto provare a divenire buoni intenditori in grado di comprendere le schede dei vini. E non è poco per fare scelte mirate quando andrete ad acquistare delle bottiglie!
Nella fattispecie la degustazione del vino attiva la vista, l’olfatto e il gusto; il tatto è solo marginale e subentra nella misura in cui non bisogna fumare prima della degustazione per non avere le dita intrise di nicotina e non si deve mettere profumo sulle mani per non alterare la degustazione.
Essa si divide in tre momenti che devono susseguirsi in questo preciso ordine:
- esame visivo;
- esame olfattivo;
- esame gustativo.
La degustazione avviene a digiuno, lo stomaco deve essere vuoto, meglio se in tarda mattinata quando si avverte un leggero stimolo di fame che attiva maggiormente i sensi.
Non dovete fumare o bere caffè per potete cogliere i profumi e gli aromi del vino.
Degustare non significa bere o assaggiare vino in compagnia di amici a tavola. Prediligete una stanza precedentemente aerata a 18°C/20°C illuminata da una lampada a incandescenza o candele.
Assaporate un sorso di vino versato in un calice trasparente di vetro o cristallo, senza sfaccettature o fregi, dotato di stelo, e poi versatelo nello sputavino. Il vino non deve essere ingerito poiché l’alcol altera le sensazioni delle papille gustative e gli assaggi successivi non sono più attendibili.
Tra un assaggio e l’altro mangiate un pezzo di pane per neutralizzare le percezioni a cui sottoponete le papille gustative e il palato. Anche se l’occasione si presta, non aggiungete salumi, olive o alcun tipo di stuzzichino.
Come abbiamo già detto, la temperatura di servizio è estremamente importante per fare emergere il carattere del vino. Rispettate quanto indicato:
- vino bianco secco leggero e vino spumante: 8°C-9°C;
- vino bianco liquoroso: 10°C;
- vino bianchi secchi maturi 11°C-13°C;
- vino rosato e vino novello: 12°C;
- vino rosso giovane: 13°C-14°C;
- vino rosso di corpo e buona struttura: 15°C-16°C;
- vino invecchiato: 16°C-18°C.
ESAME VISIVO
In questa fase si analizzano il colore, la limpidezza e l’effervescenza se presente.
Accanto a un tavolo coperto con una tovaglia bianca, tenete il calice impugnando lo stelo e portatelo all’altezza degli occhi, quindi osservate il vino.
Il colore, che dipende dall’uva o del vitigno (o dei vitigni) o dai vitigni che lo compongono, dalle tecniche di vinificazione e dal processo di invecchiamento, può essere:
- bianco carta (colore tipico dei vini bianchi);
- paglierino (colore tipico dei vini bianchi);
- dorato (colore tipico dei vini; è anche il colore dei vini che hanno subito l’invecchiamento in legno o è sintomo dell’inizio di ossidazione);
- ambrato (colore tipico dei vini passiti; è anche il colore che indica ossidazione);
- verdolino (colore tipico dei vini giovani contenenti clorofilla);
- rosa (colore tipico dei vini rosati);
- chiaretto (colore tipico dei vini rosati tendenti al rosso);
- cerasuolo (colore tipico dei vini rossi giovani);
- rosso porpora (come il cerasuolo, colore tipico dei vini giovani);
- rosso rubino (colore tipico dei vini rossi strutturati e adatti al lungo invecchiamento);
- granata (colore tipico dei vini rossi invecchiati o che provengono da vitigni particolari);
- arancione (è il colore dei vini rossi invecchiati; può anche essere sintomo di ossidazione).
La sfumatura dei riflessi è preziosa per capire se un vino è giovane, difatti lo sono i vini bianchi con riflessi verdastri e i vini rossi con riflessi violacei.
La limpidezza consiste nella concentrazione del colore, che può essere più o meno intensa. Questa dipende dal vitigno e dal metodo di vinificazione. A ogni modo, i vini bianchi, rosati o rossi di qualità devono essere limpidi e non torbidi, il che solitamente è indice di processi di
Un vino torbido è indice di difetti gravi, che normalmente hanno a che vedere con fenomeni d rifermentazione in bottiglia.
La rifermentazione ha luogo quando il vino è imbottigliato mentre possiede ancora zuccheri che non si sono ancora trasformati in alcol etilico oppure torbido quando non è ancora terminata la fermentazione malolattica, ossia la trasformazione dell’acido malico in acido lattico, che si svolge qualche mese dopo la vinificazione.
Se il vino rimane per un periodo di tempo a temperature molto basse, potreste osservare depositi di cristalli trasparenti, causati da precipitazioni di bitartrato potassico. Non allarmatevi perché il vino non è di scarsa qualità, né i cristalli falsificano la degustazione.
L’effervescenza degli spumanti e dei vini frizzantidipende dalla quantità di anidride carbonica nel vino e si valuta attraverso grana (grandezza), numero e persistenza (perlage) delle bollicine.
Se la grana delle bollicine è fine si tratta di uno spumante di qualità; se la grana è media lo spumante è ottenuto con metodo Charmat; se la grana è grossa si tratta di un vino frizzante e, se state assaggiando uno spumante, allora è un difetto vero e proprio.
Un elevato numero di bollicine suggerisce che lo spumante è pregiato, mentre una quantità scarsa di bollicine compete solo a spumanti troppo invecchiati.
È segno di pregio la persistenza delle bollicine che, se scarsa, vi fa capire che lo spumante è molto vecchio.
Gli aggettivi più usati durante l’analisi visiva sono:
- acquoso. Il vino manca di generosità (o vinosità), tanto da ricordare più l’acqua che il vino;
- grasso. Il vino ha spessore, untuosità;
- limpido. Il vino possiede una perfetta trasparenza;
- sciropposo. Il vino ha consistenza simile a quella di uno sciroppo;
- torbido. Il vino non è trasparente.
ESAME OLFATTIVO
In questa fase si analizzano il profumo del vino e la sua persistenza.
Riempite di poco il calice e fate ruotare il vino nel contenitore; odoratelo per breve tempo e più volte evitando l’assuefazione. I profumi devono essere piacevoli e non ricordare odori inconsueti o stantii; la persistenza è in relazione al tipo di vino degustato.
In ogni sua fase di vita, il vino sprigiona odori differenti quali:
- odori primari, che dipendono dalla varietà di vitigno;
- odori secondari, che si sviluppano durante la fermentazione. Profumi floreali o fruttati sono indizio della gioventù del vino;
- odori terziari, che ricordano quelli del legno, delle confetture e della frutta secca fino ad arrivare a spezie e balsami. Sono tipicamente esalati da vini invecchiati.
Il vino non è pregiato, ma anzi ha difetti, se sentite odore di:
- aceto. Le fermentazioni acetiche si sviluppano in particolar modo nei vini “caserecci”;
- tappo. Nel sughero del tappo si sono formate delle muffe;
- feccia. Se la vinificazione non si è svolta correttamente si percepisce odore di uova marce a causa della quantità elevata di acido solfidrico;
- ossidato. Vini invecchiati a lungo hanno sapore di frutta cotta o sotto spirito che si trasforma in sapore marsalato.
Le espressioni più frequentemente impiegate durante l’analisi olfattiva sono:
- odori animali (gli odori ricordano quelli di ambra, muschio o cuoio. Sono tipici di alcuni vini rossi invecchiati);
- odori balsamici (gli odori ricordano quelli di resina, vaniglia, incenso e balsamo come emanano le conifere);
- odori empireumatici (gli odori ricordano quelli di bruciato o affumicato come caffè, cacao, caramello, pane tostato, gomma, pietra focaia, ecc.);
- odori eterei (gli odori ricordano quelli di alcol o etere come lievito o lievito);
- odori floreali (gli odori ricordano quelli dei fiori);
- odori fruttati (gli odori ricordano quelli dei frutti);
- odori legnosi (gli odori ricordano quelli dei legni e derivano dallo sviluppo dei tannini o dal legno delle botti);
- odori minerali (gli odori ricordano quelli di terra e polvere);
- odori speziati (gli odori ricordano quelli di spezie e piante aromatiche come anice, cannella, noce moscata, pepe, menta, ecc.);
- odori vegetali (gli odori ricordano quelli di erba, foglie, verde fresco o ammuffito).
ESAME GUSTATIVO
In questa fase si controllano intensità, persistenza, struttura, morbidezza e armonia del vino.
I quattro sapori fondamentali che ognuno di noi è in grado di percepire sono:
- salato. Si percepisce soprattutto nella parte centrale della lingua. Vini salati o salmastri sono alcuni bianchi prodotti vicino al mare;
- acido. Si percepisce soprattutto nella parte laterale della lingua. L’acidità, che provoca abbondante salivazione, regala una sensazione di freschezza al vino. Gli acidi del vino sono gli elementi che producono questa percezione;
- amaro. Si percepisce soprattutto nella parte posteriore della lingua. Sono tipicamente amari alcuni vini bianchi prodotti con uve aromatiche. Vini rossi amari tradiscono l’ossidazione dei tannini;
- dolce. Si percepisce soprattutto nella parte anteriore della lingua. Vini dolci sono i passiti, prodotti con uve appassite che normalmente hanno una grande concentrazione di zuccheri, e quelli stabilizzati per rimanere dolci.
Fate scorrere il sorso di vino lungo i lati della lingua fino a raggiungere la base, riportatelo in avanti facendolo passare nel mezzo della lingua fino alla punta e infine schiacciate la lingua sul palato per liberare i sapori del vino.
La persistenza delle percezioni inalterate in bocca è mutevole e può essere molto persistente (oltre 10 secondi), persistente, abbastanza persistente, poco persistente, corta.
Se deglutite, sentirete percezioni dovute alla riferite alla retrolfazione, cioè ai sapori e agli aromi che si diffondono nella via retronasale. Le sensazioni devono dare la conferma a quelle che avete avvertito durante la degustazione.
Gli aggettivi più usati durante l’analisi gustativa sono:
- acido. Il vino ha un carattere aspro e pungente;
- amaro. Il vino ha un retrogusto amaro che nasconde tutte le altre percezioni;
- brut. Il vino è estremamente secco, senza zuccheri;
- dolce. Il vino ha tratti zuccherini prevalenti;
- fresco. Il vino dà un senso di freschezza grazie al giusto grado di acidità;
- liquoroso. Il vino abbonda in zuccheri e ha una struttura untuosa simile a quella dello sciroppo;
- molle. Il vino non ha acidità o vivacità;
- secco. È sinonimo di ‘brut’;
- vivace. Il vino, la cui acidità è vigorosa, dona un piacevole senso di freschezza.
Gli aggettivi più usati per descrivere la qualità del vino nel suo insieme sono:
- caratterizzato. Il vino possiede un carattere particolare che proviene dal vitigno;
- chiuso. Il vino non esibisce ancora le qualità olfattive e gustative caratterizzanti;
- decrepito. Il vino è evanescente e ha pochi sapori perché troppo vecchio;
- equilibrato. Il vino è perfettamente armonico; morbidezza, amarezza, acidità, astringenza e altre qualità sono presenti in giusta misura;
- grossolano. Il vino è di qualità mediocre e non garbo;
- neutro. Il vino non è caratterizzato, cioè manca di carattere;
- raffinato. Il vino è morbido, delicato ed elegante;
- sbocciato. Il vino è perfettamente maturo, al pieno delle qualità olfattive e gustative.
Per terminare la sezione sulla degustazione, ecco tre sostantivi importanti da imparare:
- corpo. È dato dall’unione di acidità, sali, alcol, tannini e zuccheri. Quando questi sono esplicati nelle giuste quantità, si dice che il vino ha un buon corpo o che è corposo;
- morbidezza. È dato dal rapporto tra le componenti che conferiscono morbidezza (alcol etilico, zuccheri e glicerina) e durezza (acidi, anidride carbonica e tannini). La morbidezza varia da vino a vino (es. i vini bianchi sono meno morbidi e più duri dei vini rossi);
- armonia. È data dal perfetto equilibrio delle componenti del vino. La scala di armonia si descrive con armonico, molto equilibrato, equilibrato, abbastanza equilibrato, disarmonico.