Televisori LCD e al plasma – Guida alla scelta

Scegliere e acquistare una televisione LCD o al plasma tra tutte quelle disponibili sul mercato è sicuramente emozionante ma anche piuttosto difficoltoso.

Le TV che fino a poco tempo fa hanno popolato le nostre case, ovvero i televisori CRT a tubo catodico, stanno via via scomparendo dagli scaffali dei negozi di elettronica, dagli ipermercati e dai siti web. È l’era della TV HDTV, altrimenti detta della TV ad alta definizione, che predilige prodotti quali TV LCD a cristalli liquidi e TV al plasma

Con prestazioni elettroniche fino a qualche tempo fa inimmaginabili da sperimentare tra le pareti domestiche, i televisori di ultima generazione sono dotati di funzionalità video e audio esclusive per veicolare immagine e suono come mai li avete sperimentati. 

La riduzione della profondità, accompagnata a un design sobrio ma molto elegante, fanno dell’HDTV un oggetto da esposizione che si sposa perfettamente con l’arredamento delle case moderne. E se lo spazio non è sufficiente o preferite dare un tocco di originalità, le staffe a muro sosterranno il gioiellino tecnologico come se fosse un quadro appeso alla parete. 

La parola chiave è schermo piatto, dunque, o widescreen per dirla alla maniera internazionale. In formato televisivo 16:9 (panoramico) o nel classico 4:3, collegata al lettore DVD-DivX e possibilmente all’impianto home theater per assaporare effetti audio mozzafiato, l’HDTV vi accompagna quotidianamente alla ricerca della massima espressione di perfezione delle immagini. Colori ultrabrillanti e tenuamente sfumati, movimenti fluidi, suoni cristallini e dettagliati: tutto questo è solo un assaggio di ciò che potete regalare ai vostri occhi e alle vostre orecchie.

Televisore HDTV come complemento d'arredamento
L’HDTV ha profondità assai ridotte ed è l’ideale complemento d’arredamento per valorizzare gli ambienti

Un televisore LCD visto di profilo: le HDTV hanno spessori molto ridotte
L’ingombro delle TV LCD e delle TV al plasma è ridotto ai minimi termini

HDTV, la TV ad alta definizione: HDTV-ready, HDTV integrato e schermo HDTV

Acquistare una nuova TV ad alta definizione è un passo importante perché cambia l’esperienza di visione della televisione. 

La tecnologia galoppa verso nuovi orizzonti e può risultare difficile stare dietro a tutte le novità. 

HDTV sta per High Definition Television, ossia ‘televisore ad alta definizione’, e si impiega per descrivere i dispositivi TV che ricevono il segnale televisivo ad alta definizione. Ma non tutte le TV sono in grado di riceverlo direttamente e così è previsto l’utilizzo di hardware aggiuntivo. 

L’acronimo HDTV può indicare: 

  • HDTV-ready o HDTV compatibile. Apparecchio TV che riceve segnale televisivo ad alta definizione grazie a un ricevitore-sintonizzatore HDTV; 
  • HDTV integrato. Apparecchio TV ad alta definizione con il solo sintonizzatore HDTV incluso, detto anche ATSC o sintonizzatore digitale, da collegare a un ricevitore HD (in comodato d’uso o acquistato) via cavo o via satellite da abbinare a un pacchetto HDTV fornito in abbonamento da un provider di servizi televisivi digitali; 
  • schermo HDTV. Gli schermi ad alta definizione di cui trattiamo in questa guida all’acquisto. Sono schermi che mostrano il segnale derivante da qualsiasi tipo di televisore, sebbene siano appositamente creati per esaltare le potenzialità dei televisori HDTV-ready o compatibile e HDTV integrato. 
Il logo HD-ready che compare sui televisori ad alta definzione
Il logo apposto sulle TV ad alta definizione

TV LCD ad alta definizione

Scegliere televisori LCD a cristalli liquidi

Le TV LCD, Liquid Crystall Display, sono gli schermi a cristalli liquidi. La luce polarizzata permette il funzionamento degli schermi LCD, composti da vari strati.

La polarizzazione è il fenomeno per cui le vibrazioni di un’onda elettromagnetica, in questo caso luminosa, avvengono costantemente in un determinato piano oppure secondo un’elica circolare o ellittica.

La luce, prodotta da lampade a fluorescenza, viene polarizzata dopo avere attraversato un filtro polarizzante penetrabile soltanto da vettori luminosi sistemati su piani paralleli. Un pannello provvede a polarizzare la luce per piani verticali; altri pannelli posti in posizione centrale contengono uno strato di celle con i cristalli liquidi; un altro pannello posto più esternamente ai precedenti polarizza la luce per piani orizzontali. Il sistema si chiude con il cristallo di cui è composto il display LCD. 

I cristalli liquidi sono costituiti da molecole a uno stato prossimo a quello liquido. Il loro comportamento fisico è ordinato ma è modificabile laddove interviene la stimolazione elettrica causata da un campo elettrico. Infatti i cristalli liquidi in stato di quiete sono collocati nelle celle secondo la struttura a elica che fanno entrare il fascio di luce polarizzata orizzontalmente e lo trasformano in fascio di luce verticale ruotandolo di 90°. Solo in questo modo questo può passare attraverso il filtro polarizzante per piani verticali, a cui abbiamo già fatto cenno, fino a sopraggiungere all’occhio umano. 

I singoli pixel dello schermo sono composti da tre sottopixel, ognuno dei quali corrisponde a uno dei tre colori primari rosso, verde e blu (RGB, cioè red, green, blue) che, opportunamente illuminati, generano le differenti tonalità di colore. 

TV LCD a cristalli liquidi
Televisore LCD a cristalli liquidi

Scegliere televisori al plasma

Alla base del funzionamento delle TV al plasma c’è una miscela di gas nobili compresa tra due pannelli di vetro rivestiti da elettrodi metallici con l’aggiunta di una sostanza fluorescente. La ionizzazione della miscela di gas avviene mediante scariche elettriche e si produce il plasma. 

La trama fitta di molecole della miscela di gas nobili, illuminandosi, è in grado di ricoprire l’intera gamma cromatica per riprodurre al meglio le immagini televisive. 

I televisori al plasma normalmente hanno un formato che va da un certo numero di pollici in su (37”), il che significa che sul mercato non sono presenti TV al plasma da pochi pollici. 

Le principali differenze tra televisori a cristalli liquidi e al plasma possono essere esaminate in uno dei prossimi capitoli; tuttavia se cercate un apparecchio di piccole dimensioni allora non c’è ombra di dubbio, optate per una TV LCD. 

TV al plasma
Televisore al plasma

Scegliere le televisioni CRT a tubo catodico

Chi non conosce le TV CRT (Cathode Ray Tube), cioè i televisori con tubo a raggio catodico? Tutti, o quasi, ne abbiamo almeno una in casa. 

Le dimensioni e il peso delle TV CRT sono dovuti al tubo in vetro sotto vuoto spinto a raggi catodici, la cui parte iniziale è costituita da un sottile collo cilindrico che si allarga a imbuto fino al pannello frontale dove si trovano fosfori che emettono luce rossa, verde e blu (RGB, cioè red, green, blue) se colpiti dai fasci di elettroni.

Il cannone a elettroni, posizionato nel collo, è composto da:

  • catodo, a potenziale negativo, che emette tre fasci di elettroni che corrispondono ai colori primari rosso, verde e blu (RGB, cioè red, green, blue) quando il filamento interno viene riscaldato. Elementi chimici quali bario e tungsteno incrementano l’emissione dei fasci di elettroni e impediscono al catodo di deteriorarsi; 
  • griglia, a leggero potenziale negativo, che mediante la tecnologia Shadow Mask lavora tramite una serie di fori varia i fasci di elettroni verso i fosfori del colore che deve essere prodotto. In pratica, è la maschera a creare il reticolo grigliato di punti, ciascuno rappresentato dai tre fosfori dei colori primari verde, rosso e blu (RGB). L’attivazione dei fosfori dei singoli pixel consente di produrre le svariate combinazioni dei colori primari in modo tale che si ottengono le varie tonalità di colore; 
  • anodi, a potenziale positivo, che convogliano i fasci di elettroni a carica negativa e accelerandoli perché questi abbiano energia sufficiente per fare emettere una luce intensa dai fosfori. In particolare, tra i due anodi di accelerazione è posto l’anodo di focalizzazione a potenziale negativo per canalizzare gli elettroni in sottili fasci verso il centro del cilindro. 

I fosfori sono composti chimici sottoposti a fluorescenza (proprietà di emettere radiazioni luminose a una frequenza tale per cui sembrano brillare) e a fosforescenza (luminescenza in assenza di stimoli). 

Le dimensioni e il peso ridotti delle TV HDTV, oltre alle linee di design moderne ed essenziali, giocano chiaramente contro le TV CRT. Tuttavia ancora oggi le TV a tubo catodico sono considerate avere la maggiore fedeltà cromatica (dei colori e della scala di grigi) rispetto a tutti gli altri tipi di TV. 

TV CRT a tubo catodico
Televisore CRT a tubo catodico

Formati televisivi 4:3 e 16:9 dei televisori

4:3 e 16:9 descrivono due tipi di formato televisivi

I due numeri di cui è composto ciascun formato indicano rispettivamente la larghezza e l’altezza dello schermo in rapporto tra loro. 

4:3 (1,33:1) è il tradizionale formato dei televisori CRT, ossia a tubo catodico. Naturalmente è proprio anche delle TV HDTV.
Lo schermo ha la base leggermente più lunga dell’altezza (di 1,33 volte) ma le due misure sono abbastanza simili. 

Televisore HDTV ad alta definizione in formato 4:3

16:9 (1,77:1) è il formato dei televisori HDTV di nuova generazione (LCD e al plasma per intenderci).
La misura della base dello schermo è oltre una volta e mezza (per la precisione 1,77 volte) la misura dell’altezza. Il 16:9 è anche detto formato panoramico. 

Televisore HDTV ad alta definizione in formato 16:9

È finalmente più chiaro perché l’HDTV rappresenta uno standard televisivo che offre un’immagine ben definita attraverso la risoluzione verticale di 720p o 1080i linee, cioè 1280×720 oppure 1920×1080: dividendo 1280 per 720 e 1920 per 1080 si ottiene sempre il valore 1,77, ovvero il risultato della divisione di 16 per 9. Il rapporto, come è evidente, non muta. E si parla di televisori ad alta definizione. 

Il confronto tra formato 4:3 e 16:9 non va fatto tra base e altezza, bensì attraverso la misura delle diagonali dei due schermi. A parità di diagonale, lo schermo in 4:3 ha una superficie maggiore rispetto allo schermo in 16:9; va da sé che per ottenere dimensioni di immagine approssimativamente uguali la misura della diagonale dello schermo in 16:9 deve essere maggiore di quella dello schermo in 4:3.  

Il formato 16:9, in particolare, riduce l’altezza dello schermo perché i film possano essere fruiti secondo il formato originale senza le bande nere nella parte superiore e inferiore dell’immagine.
Mentre il DVD si basa sul formato 16:9, il palinsesto televisivo prevede che le trasmissioni siano ancora divulgate in formato 4:3. 

Mentre con una TV in 4:3 i film possono sono visti con le bande nere di cui sopra o trasmessi mediante l’esclusione dei bordi laterali perché l’immagine riempia l’intera area dello schermo,  con una TV in 16:9 si adottano apposite funzionalità di regolazione per adattare le trasmissioni televisive in formato 4:3 a cui altrimenti mancherebbero i bordi laterali con la conseguente visione di bande nere a destra e a sinistra dell’immagine. 

Dimensioni dello schermo, distanza dallo schermo e angolo di visione

Le dimensioni dello schermo della TV sono importanti da valutare non solo in relazione al contesto d’arredamento in cui la TV sarà collocata ma anche perché occorre rispettare la regola della distanza tra schermo e osservatore: una TV con schermo sovradimensionato e fissato da una distanza relativamente breve nuoce alla salute degli occhi oltre a non permettere di vedere ottimamente le immagini, che risultano instabili, non fluide nei movimenti e scarsamente definite. Anche l’audio potrebbe rivelarsi distorto e sfalsato.

Dimensioni della TV e distanza dell'osservatore dallo schermo del televisore

La dimensione assoluta dello schermo non deve rappresentare un criterio primario di scelta poiché è un parametro relativo alla distanza dell’osservatore.
È esperienza di tutti quella di percepire come inadeguata la visione di un grande schermo a distanza ravvicinata; quante volte avete dovuto fare qualche passo indietro per godere lo spettacolo trasmesso da una TV voluminosa in un centro commerciale? E le salette di prova con TV e impianto Home Theater predisposte dai centri di elettronica hanno posti a sedere ben calibrati. 

L’angolo di visione è fondamentale. Esso aumenta o diminuisce in rapporto alla grandezza delle dimensioni dello schermo (grande o piccolo) e della distanza dell’osservatore dalla TV (minore o maggiore distanza, cioè avvicinamento o allontanamento). 

In tabella è illustrata la relazione tra distanza dell’osservatore dalla TV in centimetri e dimensioni in pollici dello schermo. 

Distanza dalla TVDimensioni dello schermo (in pollici)
Da 180 a 200 cmDa 14” a 38”
Da 210 a 230 cmDa 38” a 42”
Da 240 a 270 cmDa 42” a 44”
Da 300 a 330 cmDa 44″ a 55″
Da 330 a 390 cmDa 55″ a 60″
Da 390 a 420 cm Da 60″ a 65″
Oltre 420 cm70″ o più

Caratteristiche tecniche delle televisioni LCD e al plasma

TV LCD o al plasma che sia, l’oggetto del desiderio di molti ha una serie di specifiche tecniche da analizzare con attenzione leggendo la scheda del prodotto fornita dal negoziante o attraverso un sito web. 

I televisori HDTV stanno ormai sostituendo le tradizionali TV CRT a tubo catodico. Le caratteristiche dei televisori ad alta definizione sono assai preziose per fare l’acquisto giusto senza avere pentimenti una volta portato a casa e visto in funzione. 

Iniziate a prendere le misure del mobile, del tavolo o del muro che ospiteranno la creatura, perché la casistica di persone che chiedono la sostituzione dell’apparecchio una volta tolto dalla confezione è abbastanza alta. Pensando di fare la cosa migliore scegliendo un televisore ad alta definizione dalle grosse dimensioni, sottovalutano o trascurano una cosa basilare, ossia che il numero dei pollici deve essere proporzionale alla distanza di osservazione da parte dello spettatore. 

Tutti sappiamo che i dispositivi elettronici sono soggetti a degradazione. Non temete, le TV LCD e al plasma sono assai durevoli: 8 ore al giorno per 10 anni circa, a prova di accaniti teledipendenti. 

Come diceva il signor Spock, “Lunga vita e prosperità!”. 

TV LCD e al plasma: formato, pollici, risoluzione, angolo di visione, tempo di risposta, luminosità e rapporto di contrasto

Il formato si riferisce alle dimensioni dello schermo, la cui misura corrisponde a quella della diagonale ed è convenzionalmente espressa in pollici (in inglese inches e simboleggiati dalle virgolette. Es. 26”).
Gli schermi delle TV HDTV partono da 14” LCD, sebbene esistano schermi più piccoli che però sono destinati a TV, lettori DVD-DivX e altri dispositivi rigorosamente portatili.
In genere oltre i 35” si trovano solo televisori al plasma, che possono superare i 50”; in questo caso gli alti prezzi non li rendono di certo accessibili al mercato consumer. Anche le loro dimensioni, che eccedono proporzionalmente i 127 cm dei 50”, non sono facilmente compatibili con gli spazi casalinghi.
Riferendosi ai televisori, con il termine formato si indica anche il formato televisivo, composto da due numeri che indicano rispettivamente la larghezza e l’altezza dello schermo in rapporto tra loro. Ai formati 4:3 e 16:9 comunque è dedicato uno dei capitoli successivi. 

La risoluzione è misurata ed espressa in pixel e descrive la capacità di mostrare il maggior numero di pixel sullo schermo sia in orizzontale che in verticale ed è data numero di pixel orizzontali x numero di pixel verticali.
Non bisogna cadere nell’errore per cui l’alta risoluzione favorisce la maggiore definizione delle immagini poiché aumentare la risoluzione fa diminuire la grandezza delle stesse.
Il formato dello schermo e la sua risoluzione devono essere compensati per evitare problemi di visualizzazione, per questo si parla di risoluzione ottimale, data anche dal passo tra i pixel. Misurato in millimetri, più il passo è basso più le immagini sono ben definite. 

Il tempo di risposta è dato dal tempo che i pixel impiegano per passare dallo stato attivo a quello non attivo, in poche parole da accesi a spenti, e si misura in millisecondi (ms).
Tempi di risposta lenti, vale a dire oltre i 16 ms, provocano una cattiva qualità delle immagini, specialmente se in movimento (es. scene di azione), e causano il cosiddetto effetto scia: i cristalli liquidi devono mantenere la posizione indotta quanto più possibile, ma la lentezza a cui riescono a perdere luminosità è deleteria per la qualità delle immagini che si percepiscono come se fossero sottoposte a effetti di dissolvenza. 

L’angolo di visuale denota l’intervallo di angolazione in cui la visualizzazione è compresa entro limiti accettabili quali buone prestazioni di visuale frontale, luminosità adeguata e rapporto di contrasto 5:1, che corrispondono al massimo angolo di visuale in cui uno schermo è visibile dall’osservatore.
La misurazione dell’angolo di visuale è segnalata da due parametri, ovvero l’angolo di visuale orizzontale (sinistro-destro) e quello verticale (alto-basso).
Di norma uno schermo LCD ha un angolo di visuale orizzontale e verticale che si aggira intorno ai 170°.

La formula cd/m², che a tanti appare misteriosa, è il rapporto di candele al metro quadro e si riferisce alla luminosità, criterio che designa la brillantezza dei colori. Valori bassi di luminosità non sono adeguati perché le immagini risulterebbero sbiadite e dai colori poco vivaci.
È pur vero che sulle schede tecniche dei televisori al plasma compaiono valori molto alti di luminosità (es. 1300 cd/m² contro i 500 cd/m² di una TV a cristalli liquidi), ma la quantità nominale non sempre fa la vera differenza, tanto che televisori LCD con 450-550 cd/m² emettono una luminosità spesso maggiore di TV al plasma che oltrepassano i 1200-1300 cd/m². 

Infine il rapporto di contrasto si focalizza sulla trasmissione della luce tra pixel chiari e pixel scuri, quindi tra colori più chiari e colori più scuri che lo schermo è in grado di visualizzare.
Una maggiore tollerabilità ai diversi tipi di illuminazione (es. lampadina incandescente, alogena, ecc.) dell’ambiente in cui la TV è collocata e una più alta capacità di riprodurre le tonalità di colore sono dovute a rapporti di contrasto elevati. 

Televisori LCD e al plasma: PAL, NTSC e SECAM, Progressive Scan, scansione interfacciata e progressiva, scaler

PAL, NTSC e SECAM sono i tre principali standard televisivi utilizzati nel mondo:

  • PAL (Phase Alternation Line) è lo standard per il segnale video e televisivo in uso in Europa e in Australia. L’aggiornamento dello schermo, con 625 linee di risoluzione video (576 linee forniscono le informazioni video, le rimanenti 49 codificano sincronismi e tempo di blanking), avviene ogni 1/50 secondo. Lo standard Quasi-PAL, o PAL60, ne è una variante; 
  • NTSC (National Television System Committee) è lo standard per il segnale video impiegato in USA, Sud America, Canada e Giappone. L’aggiornamento dello schermo, che si compone di 525 linee di risoluzione video, avviene ogni 1/60 secondo (questi parametri danno la percezione accentuano il realismo delle trasmissioni); 
  • SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire) è lo standard per il segnale video impiegato in Francia. L’aggiornamento dello schermo, con 625 linee di risoluzione video, avviene ogni 1/50 secondo. 


Progressive Scan è una funzionalità che consente l’acquisizione del fotogramma mediante la memorizzazione delle due metà dell’immagine che viene visualizzata nella sua interezza in progressione, ovvero linea per linea. Il tempo necessario alla visualizzazione di tutte le linee dell’immagine è pari a 1/50 di secondo, pertanto in un solo secondo l’immagine è generata 50 volte (segnale PAL e SECAM; il segnale NTSC invece genera l’immagine 60 volte al secondo). Dapprima sono prodotte le linee dispari (da 1 a 575), poi quelle pari (da 2 a 576). Naturalmente l’occhio non percepisce le linee di scansione, che sono percettibili soltanto se la distanza degli occhi dalla TV è minore rispetto alla misura della diagonale (per questo si insiste tanto sulla distanza di visione ottimale).
Nel caso dei maxischermi il segnale è deinterlacciato, nel senso che non è trasmesso attraverso linee di scansione pari e dispari, bensì le linee orizzontali sono elaborate progressivamente (1, 2, 3… 576) 50 volte al secondo e si parla di scansione progressiva (Progressive Scan appunto).
Il segnale interlacciato era stato creato per superare i limiti di visualizzazione dei televisori CRT a tubo catodico e per economizzare la banda sul segnale trasmesso. 

Posto che la lettera i sta per scansione interfacciata (interlaced scanning), la lettera p per scansione progressiva (progressive scanning). 
Perciò 576i rivela che l’immagine è fatta di 576 linee interfacciate (questo valore si rifà a quello tipico del segnale PAL, mentre NTSC è caratterizzato da 480i); la DTV (Digital Television) ha sostituito il segnale interfacciato con quello progressivo (576p e 480p) fino a giungere ai valori 720i, 720p, 1080i e 1080p dell’HDTV. Come è intuibile, la qualità dell’immagine è migliore quanto più è alto il numero delle linee. 

Interfacciato e progressivo, quindi, rappresentano due modalità di visualizzazione delle sequenze di immagini. Il deinterlacciatore è lo strumento che si occupa di convertire il segnale da interlacciato a progressivo: il segnale video interlacciato analogico in ingresso viene digitalizzato (576i diviene 576p) ed eventualmente riconvertito in segnale progressivo qualora il televisore supporti questa funzione.
Si parla di segnale progressivo unicamente con modalità componente o RGB, DVI e SDI ma non con le modalità video composito o S-Video. 


Poiché i dispositivi HDTV hanno una risoluzione nativa superiore a quella prevista per il segnale televisivo a definizione standard in ingresso di 720 x 576 pixel, lo scaler è il dispositivo che elabora il segnale perché abbia una risoluzione uguale a quella nativa del pannello. Sempre presente nell’HDTV con segnale 1080i, è spesso utilizzato anche in televisori con segnale 720p oltre che in televisori CRT a tubo catodico evoluti che supportano il segnale 1080i.
Se la trasformazione del segnale standard avviene verso valori maggiori si parla di upscaling (risoluzione maggiore. Es. 1080i), altrimenti di downscaling (risoluzione minore. Es. 480i). 

Occorre quindi distinguere tra segnale visualizzato e segnale supportato. Mentre il primo è unico, il segnale supportato può essere differente poiché può non corrispondere alla risoluzione nativa della TV LCD o al plasma, nonché del videoproiettore. In poche parole, lo scaler rimette in scala l’immagine, che in qualsiasi caso (upscaling o downscaling) degrada l’immagine anche perché lo scaler integrato non ha una qualità sofisticata. I maniaci dell’immagine perfetta, come i gamers, si affidano a scaler esterni e a software da installare sul computer quando non è possibile trasmettere l’immagine nella risoluzione nativa a un televisore ad alta definizione.
Laddove il segnale non è supportato, lo scaler non si attiva e la disfunzione è più che evidente dal momento che lo schermo rimane nero. Le TV CRT a tubo catodico invece, non possedendo risoluzione ma basandosi semplicemente sulla banda, sono in grado di visualizzare praticamente qualsiasi segnale in entrata. 

Televisioni LCD e al plasma: SCART, CVBS, HDMI, DVI, DVI-I, ingresso composito o RCA, S-video, componente o RGB

Grazie alle connessioni presenti sulla parte posteriore e anteriore dei televisori LCD e al plasma, si possono collegare svariati dispositivi per accrescere l’esperienza di intrattenimento. 

Lettore DVD-DivX, lettore VHS, impianto Home Theater, decoder digitale o satellitare, console di gioco, personal computer, lettore audio portatile, fotocamera e videocamera digitali… La nuova TV vi stupirà e si farà certamente apprezzare da amici e familiari!  

Tutti i televisori HDTV sono dotati di almeno una presa SCART, tecnologia di standardizzazione dei collegamenti video tra tutti i produttori, per consentire la comunicazione tra la TV e i vari dispositivi quali il lettore DVD-DivX, il lettore VHS, ecc.
Composta da un connettore a 21 pin, ciascuno di essi controlla una porzione di cui è formato il segnale video e audio.
Esistono due tipologie di cavo SCART, i migliori sono quelli formati da cavi coassiali anziché da filo metallico. La differenza tra i due tipi si misura in termini di qualità dell’immagine. 

L’ingresso per il segnale in formato videocomposito, di solito riferito al segnale video trasportato sulla SCART, è il CVBS (Component Video Blanking Signal). 

L’ingresso HDMI (High Definition Multimedia Interface) è l’interfaccia che permette di sfruttare le specifiche video DVI ad alta velocità, di trasferire segnali audio a 8 canali, il tutto senza perdita di qualità dell’immagine e del suono grazie alla tecnologia digitale. È compatibile con lo standard HDCP (High-bandwidth Digital Content Protection), il protocollo di trasmissione dei dati nello standard DVI. 

L’ingresso DVI (Digital Video Interface) è l’interfaccia utilizzata per connettere dispositivi al televisore LCD o al plasma che, com’è noto, è in grado di ricevere e visualizzare direttamente i dati digitali non convertiti in segnali analogici. 

Se sull’HDTV è presente uno solo di questi ingressi, si può integrare un adattatore DVI-HDMI per passare da un ingresso all’altro, l’importante è che sia supportato lo standard HDCP. 

DVI-I (Digital Video Interface – Integrated) è l’interfaccia che consente la compatibilità inversa con i segnali analogici e la compatibilità diretta con i segnali digitali. 

Gli ingressi per le modalità di invio dei segnali video possono essere: 

  • ingresso composito o RCA. Tecnologia di trasferimento del segnale video in cui il segnale giunge al televisore attraverso l’antenna della TV, in cui sia le informazioni di crominanza – o colore – e quelle di luminanza – o luminosità – sono convogliate in un solo canale. È il metodo più diffuso ma anche quello meno efficace rispetto agli altri due tipi di ingressi video;
  • ingresso S-video. Tecnologia di trasferimento del segnale video mediante due cavi distinti in cui le informazioni di crominanza – o colore – e quelle di luminanza – o luminosità – vengono trasmesse su due canali differenti grazie a una spina Super Video a 7 pin. È migliore del metodo composito e del collegamento SCART; 
  • ingresso componente o RGB. Rappresenta il metodo migliore per trasportare l’immagine con il più alto grado di fedeltà e il minor grado di distorsione. Tecnologia di trasferimento del segnale video trasmesso attraverso tre cavi poiché si effettua la distinzione tra i tre colori fondamentali che compongono l’immagine, rosso, verde e blu (RGB: Red, Green, Blue). Il segnale è scomposto nella componente luminanza Y, che contiene le informazioni con la variazione di luminosità dell’immagine (bianco e nero), e nelle due componenti della differenza di crominanza derivanti da R-Y (rosso) e B-Y (blu) dalla luminanza. I segnali originatisi dalla differenza di crominanza vengono trasformati per ottenere i sistemi componenti YPBPR, YCBCR, YUV e YIQ. 
Nella parte anteriore dei televisori HDTV sono collocati ingressi e uscite per connettere la TV ad altri dispositivi
Specialmente nella parte posteriore dei televisori  ad alta definizione sono presenti ingressi e uscite

Consigli per acquistare una televisione LCD o al plasma

Meglio un televisore LCD o al plasma? Bella domanda! Nel senso che non c’è una risposta oggettiva, quindi si considerano vari criteri nello scegliere tra i due tipi di televisori LCD o al plasma:

frequenza di aggiornamento. Nelle TV al plasma è più rapida, quindi la definizione dell’immagine è in teoria migliore; 

scaler. Lo scaler è in funzione in tutte le TV, LCD e al plasma, tranne che in alcune TV LCD che hanno una risoluzione tale per cui l’immagine è 1:1 e i fotogrammi risultano più nitidi poiché non subiscono alcun mutamento; 

effetto burn-in. Si tratta di un fenomeno causato dalla stasi delle immagini, per questo è bene fare attivare lo screensaver se si ha un monitor LCD per computer. In pratica, lo schermo del televisore LCD conserva l’impressione delle immagini statiche e questa caratteristica non giova al dispositivo. È pur vero che le reti televisive non mandano più frequentemente in onda il monoscopio, riservato solo ad alcune circostanze e in orari notturni, quindi questo non rappresenta un fattore incisivo; 

bruciatura dei pixel. Proprio come accade ai monitor LCD dei notebook e dei computer desktop, i pixel degli schermi LCD si possono bruciare, cioè rimanere neri perché spenti. Non è un evento frequente e, data la loro piccolissima dimensione, un pixel bruciato nello schermo di una TV LCD è impossibile da notare quando si guarda la televisione. Accertatevi che la garanzia copra questo difetto entro i primi giorni dell’acquisto (alcuni produttori sostituiscono addirittura la TV se il numero di pixel bruciati è superiore a un determinato numero, per esempio tre) ed eventualmente anche nel periodo di copertura di uno, due o tre anni; 

colori e scala di grigi. Mentre le TV LCD hanno colori più adulterati e freddi, le TV al plasma conservano cromie più calde e fedeli a quelle reali oltre alle tonalità della scala di grigi più sfumate; 

consumi energetici. Le TV LCD hanno consumi energetici minori, in alcuni casi addirittura dimezzati, rispetto alle TV al plasma di uguali dimensioni; 

costo. Nonostante l’elenco, le TV al plasma sono mediamente più economiche delle TV LCD. 

Il personale specializzato consiglia di solito di acquistare una TV al plasma se siete soliti vedere film, anche in formato DVD o DivX, desiderate una qualità più prossima a quella cinematografica e potete installare uno schermo pari o superiore a 40”. Se invece necessitate di una TV più piccola, oppure fate spesso uso di console per videogiochi o collegate la TV al computer, allora è preferibile una TV LCD.

Scegliere una TV LCD o una TV al plasma? L'HDTV entra in casa