Scegliere e acquistare sneakers, stivali, stivaletti, décolletés, Chanel, mocassini, stringate, ballerine, sandali, sabot, infradito, espadrillas e zeppe..
Scarpe che qualsiasi donna vorrebbe copiosamente comprare e possedere nel suo guardaroba (ops, scarpiera!). Venite con noi e vi faremo vedere come sia vero il detto “Il mondo ai piedi di una donna”!!
Tacchi
Usualmente si chiama tacco a spillo tutto ciò che è alto, affusolato e con una base d’appoggio molto piccola. In realtà in questa descrizione entrano diversi tipi di tacchi, vediamo quali.
Tacco a spillo
E’ lui. L’oggetto a cui è dedicato l’intero sito. E’ in genere un tacco molto alto, tipo Luigi XV (il seguente), sottile, affilato verso il basso e terminante con una superficie di appoggio molto piccola, che può essere di gomma ma anche di metallo, per meglio sopportare la elevata pressione che genera l’appoggio a terra di questo tipo di tacco. Si presenta in genere arrotondato nella parte posteriore (dal contrafforte) e molto arcuato nella zona della gola del tacco, per poi terminare piatto e praticamente verticale nella parte anteriore (sotto la suola). Un tacco che si possa definire a spillo non ha mai un’altezza inferiore agli 8-9 cm, potendo raggiungere altezze di tutto rispetto, di 12-12,5 cm.
Non ha mai sofferto di veri momenti di crisi esistenziale: i calzaturifici, chi più e chi meno, gli hanno sempre dedicato una nicchia lasciando una parte della produzione, più che altro per le tutte le donne che, nonostante i venti delle mode soffiassero impetuosi in tutte le direzioni, hanno sempre trovato un posto nel loro guardaroba per questo tacco, giudicato da molte bellissimo ed impossibile. Se proprio si vuole trovare un periodo di crisi per il tacco a spillo, questo lo si può collocare a cavallo tra il 1970 ed il 1974-5, negli anni della contestazione e del femminismo radicale.
Si può trovare su tutti i tipi di scarpe, poiché si accompagna bene a qualsiasi modello. Semmai potrebbe essere il modello stesso che può essere caduto in disuso, lui no. Il tacco a spillo è e rimane un punto fondamentale della storia della calzatura.
Tacco Luigi XV
Detto anche tacco “a coda” si differenzia dal tacco a spillo per essere decisamente più inclinato in avanti, per avere la gola molto incavata e ricoperta da un prolungamento della suola (la coda, appunto). La sua altezza si mantiene a valori inferiori ai 10 cm, proprio a causa della sua accentuata inclinazione: se fosse più alto, le forze che si creano potrebbero spezzarlo.
E’ un tipo di tacco che ha goduto di maggiore fortuna a cavallo degli anni ’50 e ’60, negli anni della “Dolce Vita”, visto soprattutto ai piedi di grandi attrici quali Sofia Loren, Audrey Hepburn, nelle commedie o nei drammi in bianco e nero di buona memoria. Praticamente caduto in disuso da allora, non ha mai avuto un vero revival, se non in alcune sfilate di moda dove alcuni stilisti lo hanno utilizzato per tornare un po’ indietro negli anni e presentare un tipo di moda un po’ retrò.
Tacco Italiano
E’ un tacco molto alto, che può raggiungere altezze pari a quelle del tacco a spillo. Si differenzia da questo per un maggiore spessore, che gli conferisce più robustezza e termina con una base d’appoggio un po’ più ampia, dell’ordine del centimetro quadrato. E’ inoltre piuttosto chiuso e fortemente arrotondato da tutti i lati.
Praticamente “inventato” dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha avuto larga diffusione proprio nel dopoguerra, preferito dalle donne italiane perché permetteva loro di far rinascere la loro femminilità, uccisa o ferita negli anni della guerra. In quegli anni, infatti, non c’era spazio per manifestazioni come la moda, la bellezza, la femminilità. La ricostruzione, non dimentichiamolo, ha contribuito anche ad un rinascere della moda, del gusto di piacersi. Il tacco italiano in tutto questo è stato salutato come una sorta di liberazione dalla guerra. Con esso le donne italiane rinascevano a nuova vita e chiudevano definitivamente un capitolo triste della storia recente.
Ad oggi, benché la sua diffusione non sia eccezionale e venga spesso scambiato per il tacco a spillo (come del resto potrebbe accadere per il Luigi XV) è comunque molto presente nell’industria calzaturiera italiana. Del resto è molto venduto tra quelle di noi che lo preferiscono al tacco a spillo per quell’aria di maggior sicurezza che infonde e perché in genere si trova in altezze meno ragguardevoli, dell’ordine dei 7-8 cm, ideale per essere indossato tutto il giorno.
Tacco a cono
Tacco alto, a forma di cono rovesciato, con inclinazione più accentuata nella parte posteriore. Estremamente difficile da trovare oggi, ha goduto di una certa notorietà in mezzo agli anni ’80, peraltro applicato a calzature piuttosto economiche, poiché la sua forma ed il suo design molto semplice gli permettono una certa economia costruttiva.
Queste prerogative, unite al fatto che non possiede una gola arcuata od incavata, ma forma un angolo quasi retto con la suola, non lo hanno mai introdotto con convinzione, non lo hanno fatto diventare un “must” fra le donne che lo hanno presto abbandonato e dimenticato.
Tacco cubano
Tacco alto, in genere di cuoio o rivestito di cuoio, di forma quasi semicilindrica. In genere sul mercato viene venduto ad altezze comprese tra i 6 e gli 8 cm, ma in alcuni casi si può trovare anche di 9 cm; si presenta con un’ampia base d’appoggio. L’etimologia è dubbia, ma sembra che sia stato voluto dalle donne cubane che lo trovavano più sicuro, comodo e stabile per i tipici balli latini e sudamericani, da loro sicuramente più in voga che da noi.
È riapparso recentemente in questi anni, grazie ad un ritorno delle scarpe dalle linee grosse e pesanti, che ne hanno un po’ snaturato la sua destinazione principe, visto che in origine era destinato a scarpe robuste, ma dalle linee sobrie ed eleganti.
Tacco a campana
Detto anche tacco svasato, non va confuso con il tacco a rocchetto. Non molto alto (normalmente non supera i 7 cm) presenta una superficie d’appoggio (inferiore) maggiore di quella superiore. Tornato di gran moda in questi anni grazie ad un revival di calzature a mio giudizio orribili, appartenenti più ad un passato italiano da dimenticare (gli anni settanta, le grandi crisi, il terrorismo, ecc.) gode tuttavia di ottima salute, grazie proprio a questi zatteroni che si vedono in giro ultimamente. Personalmente lo trovo pesante, sgraziato e sicuramente ed assolutamente inelegante, ma si sa, tutti i gusti …..
Non si presta affatto ad essere accompagnato ad un bel vestito lungo da sera, così come nemmeno ad un classico tailleur, mentre d’altro canto gli si può accordare una certa praticità nell’essere indossato soprattutto dalle giovanissime (e non), a tutte le ore del giorno.
Tacco a rocchetto
Tacco alto, dalle superfici concave, svasato in basso. Benchè quello rappresentato in figura sembri grosso e sgraziato, oltrechè basso, il tacco a rocchetto si trova normalmente in altezze di tutto rispetto, a partire dai 7 cm in su, più frequentemente di misure sugli 8-9 cm. Si tratta di un tacco che ha goduto di una grandissima fortuna soprattutto nei primi anni ’60 e comunque in quasi tutto quel decennio. La sua diffusione era pari se non superiore al tacco Luigi XV, ed in genere i tacchi a roccetto erano pure più alti di questi ultimi, raggiungendo in quegli anni altezze quasi impensabili, di dieci-undici centimetri.
In quegli anni il tacco a rocchetto raggiunse degli estremi mai più toccati: si rastremava lentamente a partire dal tallone diventando estremamente sottile quasi come un ago verso il punto d’appoggio, per poi riaprirsi improvvisamente come in un’esplosione, in fondo, dove il tacco presentava a quel punto un gommino estremamente sagomato, di sezione trapezoidale e con una superficie abbastanza ampia, dell’ordine del centimetro quadro.
Ritornato in auge in questi anni, sia pure senza gli eccessi degli anni ’60, si presenta con delle svasature sicuramente meno accentuate che spesso e volentieri, ma guarda un po’, lo fanno scambiare ancora una volta per il tacco a spillo.
Sneakers donna
Sono, in tutto e per tutto, scarpe da ginnastica ma la loro missione è essere indossate in qualsiasi momento della giornata.
Si sono guadagnate a pieno titolo l’aggettivo urban, che spesso le connota, poiché rappresentano calzature molto comode per affrontare anche i percorsi metropolitani tra casa, scuola e ufficio a passo veloce, quando il tempo è tiranno, la sveglia suona molto presto o si è in ritardo a un appuntamento.
Le sneakers si sono affermate in tutto il mondo non solo come tipologia di calzature, ma anche come vero e proprio oggetto di collezionismo e di culto. Iniziarono a diventare un fenomeno di moda quando comparvero costantemente ai piedi di skater, amanti del basket cittadino (cortile, palla e cesto), rapper, punk, fan dell’hip-hop e dell’acid jazz, nonché di esponenti di alcune sottoculture. In sostanza, le sneakers simboleggiavano senso di appartenenza a una comunità. Sneakers come fenomeno sociale, insomma.
A fronte dell’enorme e dilagante successo, le aziende cominciarono a produrre sneakers di differenti modelli e colori. Il resto è storia.
Durante gli anni ‘80, in Italia, si impose il fenomeno Superga: sulla foggia delle scarpe da tennis, miriadi di adolescenti avevano almeno un paio di Superga in tela bianca o blu da sfoggiare con i jeans.
Da notare che a tutt’oggi la marca rappresenta un criterio fondamentale di scelta e di distinzione (si pensi ai sostenitori delle multinazionali Nike vs. Adidas vs. Reebok, per esempio. La scelta della marca anticipa quella del prodotto), proprio come accade per la stragrande maggioranza degli status symbol. Style symbol, in questo caso, poiché per tanti le sneakers sono una vera e propria filosofia di vita. Oltre che uno degli oggetti più competitivi sul mercato, dato che le aziende produttrici si affidano a sofisticate campagne di marketing che puntano molto sull’emotività. Indossare sneakers è un’esperienza, ma anche ammirarle per poi sceglierle grazie a espedienti comunicativi quali spot incarnati da testimonial di fama internazionale (impiegati anche per trasmettere tratti di personalità vincenti) e strumenti innovativi come negozi esclusivi, corner, eventi nazionali e così via.
Oltre a essere oggetto di tesi di laurea, il fenomeno sneakers si è riversato anche nella pubblicazione di libri e nelle mostre artistiche, per non parlare dei siti web. Il tutto spesso in disarmonia con la produzione di parte di queste celeberrime scarpe, oggetto di dossier e attacchi da parte di stampa e TV, che evidenziano le pessime condizioni di lavoro di chi è sottopagato per fabbricarle.
Nelle versioni sneaker, trainer, turnschuhe e basket, sono uno dei capi basic del guardaroba femminile: perfette e trendy dalla mattina alla notte, perché le giovanissime le portano anche per andare in discoteca.
Di norma si abbinano a qualsiasi tipo di pantaloni, soprattutto a quelli con gambale largo al fondo, meglio se senza orlo e sfilacciato (osservate le schiere di ragazzine che sciamano indossando pantaloni il cui orlo striscia a terra).
Le marche di sneakers più note sono simboleggiate da Nike, Adidas e Reebok. Seguono Puma, Fila, Clarks, Timberland, Tod’s, Polo Sport Ralph Lauren, Diesel Style Lab, Helmut Lang, Y-3
Prada, Armani Jeans, Giorgio Armani, D&G, GF by Ferrè, Just Cavalli, Fornarina, Le Coq Sportif, Camper, Woolrich. Un mix tra sport, alta moda e fashion, a cui fanno da contraltare le BlackSpot Sneaker, scarpe apparentemente senza marca (tanto di griffate ce ne sono persino troppe!) prodotte in Portogallo e distinte da un cerchietto bianco “hand drawn anti-logo”, come si legge nel manifesto pubblicitario del sito web. A parte i prezzi, che comunque non sono poi così bassi, ma il logo non concorre alla creazione di una marca? Meditate, gente, meditate…
Décolletés donna
Le décolletés sono le scarpe scollate sul dorso del piede, avvolgono i piedi non lasciandone scoperte altre parti, non posseggono lacci né cinturini e hanno il tacco di tipologia e altezza mutevoli (décolletés con tacco zero sono ballerine).
La scollatura può essere a U, variabilmente aperta o chiusa, arrotondata o a cuore.
Di solito ogni donna ne possiede almeno un paio grazie alla flessibilità di utilizzo, poiché si indossa con gonne di tutte le lunghezze e pantaloni di vari tipi (a eccezione dei tagli più sportivi), tailleur, abiti corti e lunghi da sera; sebbene esistano décolletés in raso, d’estate sono ugualmente ammesse quelle in pelle, nappa, camoscio e vernice (specialmente di sera). Se desiderate evitare le calze a 8 denari (le velatissime), com’è giusto che sia per via del caldo, un paio di fantasmini risulterà invisibile, proteggerà le parti delicate dei piedi dagli sfregamenti, causa principale di vesciche, calli e occhi di pernice, e renderà indolore portare le décolletés anche durante le serate d’agosto.
Le décolletés spiccano per eleganza, esaltano sia i capi d’abbigliamento che accompagnano e mettono in evidenza le gambe. La scelta giusta per chi vuole vestire con charme e classe.
Le décolletés con tacco medio-basso possono essere portate praticamente in tutte le occasioni (OK, per una gita fuori porta è meglio optare per un paio di sneakers!); le décolletés con tacco alto o addirittura vertiginoso sono l’ideale per le serate trascorse al ristorante, in un locale o in discoteca. In occasione di un appuntamento galante, non mancheranno di farsi notare, dando quel tocco irresistibilmente sexy e audace.
Le décolletés aperte hanno la punta aperta; tanti le chiamano impropriamente sandali proprio per questa caratteristica. Non si tratta di modelli spiccatamente giovanili, pertanto se ne consiglia l’uso in abbinamento a qualche ruga sul viso e – fondamentale! – se i piedi sono curati e in ottima forma.
Dalle décolletés si sono originate molte varianti di calzature femminili, tra cui le D’Orsay, variante assai prossima delle décolletés. Con taglio a V, il fianco delle scarpe è ridotto al minimo perché sia visibile la parte laterale del piede. La loro denominazione, che di certo vi ricorderà un capitolo della storia francese, deriva dal nome del dandy (francese, per l’appunto) Alfred Guillaume Gabriel d’Orsay che, nel 1838, inventò queste calzature appositamente concepite per la sera. Proprio come allora e secondo il desiderio del suo creatore, ancora oggi si indossano con abiti da sera, possibilmente di colore scuro e a taglio intero, oppure con gonne ampie con orlo oltre il ginocchio. La camminata non risulta semplice poiché la scarpa tende a non essere ottimamente vestibile, ma per essere affascinanti si fa questo e altro!
Scarpe Chanel donna
Il modello Chanel in realtà altro non è che una celeberrima variazione delle classiche décolletés.
Il loro nome è molto trasparente, non ci vuole molto a immaginare chi fu il creatore. L’estro di Coco Chanel si continua ancora oggi attraverso queste calzature, mai tramontate e sempre d’estrema attualità per femminilità e raffinatezza.
Come per le décolletés, il tacco può essere di altezza variabile; mentre la punta è chiusa, la parte posteriore è aperta e presenta un cinturino con fibbia da allacciare sopra il tallone oppure un cinturino contenente un elastico spesso, molto pratico da sistemare.
Le Chanel con tacco medio-basso sono scarpe sobrie da portare con stile e personalità accostate ad abiti abbastanza formali ed eleganti (stride con i jeans o con l’abbigliamento casual!); quelle con tacco alto, invece, sono destinate a eventi particolari e alla sera.
Scordatevi naturalmente le calze e i fantasmini, sono al limite consentiti cerotti speciali sulle dita o sotto il piede.
Anche le Chanel hanno una variante: le Chanel aperte. L’unica caratteristica che le differenzia dalle precedenti è l’apertura sulla punta, per questo sono considerate essere calzature estive (per donne oltre gli “anta”).
Sandali donna
I sandali simboleggiano le calzature estive per eccellenza.
Gonne, pantaloni, shorts, abiti interi… Qualsiasi sia il vostro stile estivo, esiste più di un paio di sandali adeguati! Senza tacco o con tacco di varie fogge, le parti che costituiscono i sandali sono continuamente reinterpretate in tantissimi modi. Le uniche peculiarità che accomunano tutti i sandali (sandaletti per le amiche) sono le aperture sulla punta e nella parte posteriore.
La parte superiore può essere formata da uno o più fasce spesse o molto sottili, in alcuni modelli variamente intrecciate, magari limitate nel numero e nelle dimensioni all’essenziale per la tenuta del piede nella scarpa.
Anche i materiali sono diversi tra loro: pelle, nappa, cuoio, seta, raso, tela, addirittura parti plastiche.
Oltre ai modelli tradizionali, un evergreen per tutte le età e tipologie di guardaroba, i sandali sono tra le scarpe più fantasiose e briose anche perché sono esplicitamente dedicate alla stagione calda. Con impunture, ricami, intrecci, nodi, cuciture a vista in contrasto, cinturini con fibbia, cinturini elastici, i colori spaziano entro tutta la gamma cromatica, così come le fantasie di seta, raso o tela (motivi floreali, geometrici, etnici e chi più ne ha più ne metta!).
I sandali più impegnativi e sexy sono quelli adornati da perline, paillettes e strass variopinti e d’impatto visivo.
Poiché lasciano in bella mostra i piedi, questi devono essere impeccabili: pelle super idratata, unghie ben tagliate e smaltate senza pellicine alla base, talloni levigati. Un sottile velo di talco mentolato massaggiato sulla pianta del piede, inoltre, dona un piacevolissimo senso di freschezza ed è un ottimo rimedio per combattere il sudore plantare.
Stivali e stivaletti
Stivali e stivaletti sono molto amati dalle donne perché versatili e con ottima vestibilità.
Con tacco rasoterra, basso, medio, alto e altissimo; a spillo, a cono o a base quadrata; con punta arrotondata o quadrata, riparano dal freddo e dalla pioggia, nonché dalla neve se appositamente creati a questo scopo (ovviamente questa tipologia ha tacco bassissimo per evitare rovinose cadute e conseguenti fratture!).
Stivali e stivaletti possono essere di pelle, nappa, camoscio, canvas (cioè tela); le zip aiutano a calzarli, soprattutto se si tratta di stivali alti; se presenti, gli inserti sono solitamente di pelle, pelle martellata, crosta di pelle, pitonati, canvas, denim, tessuto elasticizzato, maglia a costine, magari con l’aggiunta di lacci, cinturini, fibbie, impunture, borchie, ricami, perline e strass.
Mentre gli stivali arrivano fino alla base del ginocchio, gli stivaletti si fermano poco sopra la caviglia o a metà polpaccio. Esistono inoltre stivali con gambale molto alto, di solito in materiale elasticizzato, che coprono abbondantemente il ginocchio; altri modelli si fermano addirittura a metà coscia. Si tratta di varianti esclusive per le serate folli naturalmente o per stupire in cerca di fischi d’ammirazione con tanto di minigonna. Così come stivali singolari sono i cosiddetti fetish, di pelle nera e stiletto appuntito.
Stivali e stivaletti non sono soltanto calzature invernali; si trovano modelli primaverili-estivi a iosa in camoscio, similcamoscio e tessuto (di solito tela molto spessa), eclatanti da indossare con gonne corte o lunghissime, i jeans e i pantaloni tipo Capri o alla pescatora.
Mocassini
I mocassini sono scarpe chiuse che ospitano comodamente il piede ed erano le calzature tipiche di molte tribù di pellerossa (ancra oggi sono in vendita modelli con frange alla Squaw).
La parte anteriore è generalmente accollata; hanno tacco basso e suola in cuoio o gomma con o senza gommini. Possono essere decorati da un inserto di pelle orizzontale, con o senza fibbia e terminazioni in fili di pelle o tessuto.
Una variante sono i mocassini con tacco alto 4/5 centimetri e la parte anteriore più ridotta.
Oltre ai modelli più esplicitamente femminili, piacciono molto i tagli maschili da abbinare anche a tailleur e gonne dritte oltre ai pantaloni a sigaretta con la piega.
La loro comodità li rende adatti a essere portati a qualsiasi orario della giornata e in svariate occasioni.
Ballerine
Le ballerine sono tra le calzature con minor numero di varianti.
La scollatura della scarpa è a U e il tacco inesistente (si dice tacco zero). Proprio perché rasoterra, le ballerine non sono adatte a lunghe camminate o a essere portate spesso, soprattutto se la maggior parte della giornata vi vede in piedi.
Il loro nome è stato attinto dall’ambito a cui la linea delle ballerine si ispira, cioè alla danza. La loro somiglianza con le scarpette da ballo classico è rimasta pressoché inalterata.
L’apparente aspetto da scarpe da educanda le può rendere irresistibilmente sexy se abbinate a capi di vestiario ammiccanti, soprattutto se indossate senza calze dalla primavera all’autunno.
Sabot
I sabot sono calzature esplicitamente dedicate all’estate.
Formalmente imitano la linea della ciabatta, sono difatti chiusi davanti e aperti dietro.
Sia il tacco che la punta possono avere rispettivamente diverse altezze e forme.
Anche i materiali di cui sono fatti muta. I sabot classici sono in pelle.
Molto pratici da indossare perché basta infilarli ai piedi e il gioco è fatto, si prestano anche alla vita di spiaggia.
Non esistono restrizioni d’uso per i sabot, notoriamente calzature adatte a qualsiasi tipo di abbigliamento, anche quello casual se hanno una linea sportiva.
Le aziende produttrici di sneakers hanno reinterpretato le scarpe da ginnastica sulla base dei sabot, eliminando la parte posteriore che copre il tallone.
Infradito
Importate in occidente come scarpe da mare e da piscina, le infradito hanno subito un’enorme evoluzione e non sono concepite più soltanto come evoluzione delle ciabatte da mare.
Lasciano il piede completamente scoperto, le uniche parti di cui sono composte sono la suola e un inserto in pelle, tessuto o plastica da infilare tra il primo e il secondo dito del piede.
Le decorazioni, che possono essere intrecci di pelle o tessuto, fiori o altri piccoli oggetti applicati, pietre colorate, perline, paillettes e strass ne determinano l’eleganza o la sobrietà.
Le infradito sono calzature molto belle da ammirare con linee extrasize come pantaloni a palazzo o gonne lunghissime dal sapore etnico-gitano e abbinate a foulard impalpabili e bijoux per essere irresistibili di sera.
Espadrillas
Nacquero e si diffusero tra Spagna e Portogallo come scarpe di pescatori mediterranei di umilissime origini, ma sono entrate nel mondo della moda a partire dalla seconda metà del ‘900. Tra gli anni ’70 e ’80 conobbero un incredibile boom e sono tronate in auge di recente.
Fatte di tela e di una suola di corda intrecciata e gomma alla base, le varianti più intriganti hanno il tacco abbastanza alto e un laccio lunghissimo da intrecciare alla caviglia o a salire, verso il polpaccio, e da legare con un fiocco.
Chiuse o aperte davanti come sandali per mostrare le dita dei piedi, monocolore o variopinte, in canvas, seta, reso, pizzo o sangallo, sono calzature generalmente molto comode e indicate in tutte le occasioni. L’importante è che il sole splenda alto nel cielo!
Zeppe
Si definiscono zeppe tutte quelle calzature dotate di una base alta (a volte anche parecchi centimetri) e con tacco, necessario quanto meno a sostenere il piede.
Tutti le conosciamo avendole viste in fotografie e film degli anni ’60; tanti artisti del mondo della musica ancora oggi ne fanno uso come parte della divisa dal sapore eclatante.
Le zeppe non passano mai inosservate; colpiscono l’attenzione e sono decisamente glamour.
Per questa loro intrinseca caratteristica, il confine tra raffinatezza e volgarità può apparire labile, ma la vera differenza la fanno l’altezza di zeppa e tacco e l’insieme dell’abbigliamento a cui sono abbinate.
Consigli per acquistare calzature e scarpe donna
Osservando delle scarpe in vetrina o leggendo le scheda delle calzature vendute attraverso i siti web, verificate che la tomaia sia prodotta possibilmente con materiali di pregio come pelle e fibre naturali.
Le suole, oltre che in vero cuoio, possono essere fatte di vari tipi di gomma. In questo caso è bene che la scarpa sia dotata di un efficace sistema traspirante.
Calzature di qualità scadente nuocciono alla salute dei piedi, possono provocare allergie e influire negativamente sulla qualità della camminata. La qualità, quindi, è un fattore di primo piano che si accompagna all’estetica. Del resto le scarpe devono pur piacervi per essere indossate con disinvoltura.
Il momento azzeccato per provare calzature nuove è al termine di un qualsiasi pomeriggio ordinario, cioè dopo il lavoro, la scuola o avere trascorso parecchio tempo in piedi. Piedi, caviglie e polpacci sono più gonfi e dilatati anche per via delle posture assunte, in piedi e sedute. Il trucco più vantaggioso per capire se le scarpe calzano bene o meno.
Specialmente se è mattina, dovete prevedere di sentirle all’incirca mezzo centimetro più abbondanti rispetto alle reali necessità.
Se sono un po’ strette, non cercate di convincervi con “poi si rilasceranno”. È vero che l’uso fa allentare leggermente la tomaia e il plantare (non sperateci però per le scarpe in materiali scadenti e rigide!), che assumeranno via via la forma del vostro piede, ma acquistare scarpe comode già da subito non vi farà pentire di avere fatto una scelta sbagliata.
Una volta rincasate con il nuovo acquisto (è sempre un bel momento aprire la scatola delle nuove calzature!), cercate di evitare di indossare le scarpe il giorno stesso e di cimentarvi in chilometri di strada o di stare in piedi per ore e ore. La cosa migliore da fare è portarle dapprima a casa e accertarvi della loro comodità. Se sentite stringere il piede in modo eccessivo, fino ad avere l’impressione di sentire dei crampi, l’ultima spiaggia è andare da un calzolaio e fare mettere in forma le scarpe per almeno una settimana.
Nel tempo potreste avere l’impressione che le scarpe si sono allargate di circa mezza misura in più. Introducete delle solette in fibra di carbone (evitano l’eccessiva sudorazione), in lana (mantengono i piedi caldi), in gommapiuma (assorbono il sudore; sono particolarmente adatte agli sportivi e a chi ama fare passeggiate) o in rame (scaricano la carica elettrostatica che ognuno tende ad accumulare; perfette per gli amanti delle lunghe passeggiate).
Tacchi alti o con la base poco stabile sono tra le principali cause della formazione di patologie quali lombosciatalgie, problemi circolatori e infiammazioni nevralgiche, oltre alla destrutturazione generale dell’apparato scheletrico dovuta all’incedere in modo forzato e innaturale. Il peso del corpo, infatti, dovrebbe essere distribuito in maniera equilibrata su tutta la sezione plantare. Fatene un uso moderato, riservandolo a occasioni e appuntamenti speciali.
Anche le scarpe eccessivamente basse, come per esempio le ballerine con tacco zero, sono perniciose. Portatele quindi usando la stessa cautela adoperata con i tacchi alti.
Gli ortopedici sostengono che la misura opportuna del tacco delle scarpe femminili è compresa tra i 2,5 cm e i 3,5 cm.
Alle scarpe comode ci si affeziona; tutti abbiamo il paio di scarpe preferito. Ahinoi, arriva il momento in cui ci si accorge che occorre separarsene perché la loro decorosa carriera è stata svolta con successo! Cercate degne sostitute quanto prima, poiché calzature indossate per troppo tempo si deformano, arrecano danno a schiena e gambe e prima o poi inizierete a sentirle scomode.
La salute e la bellezza dei piedi va salvaguardata in qualsiasi stagione, non solo con l’arrivo del bel tempo quando si fa il cambio di calzature nella scarpiera.
Pochi accorgimenti donano piedi perfetti: pediluvio rilassante e ammorbidente con amido, crema e talco per i piedi. E, se avete la fortuna di farvi fare un massaggio ogni tanto, non rinunciatevi!
In primavera rivedete la forma del taglio delle unghie recandovi presso un centro estetico o un parrucchiere che fa anche pedicure. Poi non vi resterà che limare le unghie seguendo il taglio originario. Per tagliare, più indicate delle forbicine curve è il tronchesino, che provoca minori traumi alle unghie.
Smalti a gogò, in un’infinitudine di colori, e solvente senza acetone per non aggredire le unghie e indebolirle disidratandole. Ricordate che prima di stendere lo smalto, specialmente se dai colori forti (es. tonalità del rosso), è consigliabile dare una mano con la base trasparente per formare una pellicola protettiva e non intaccare direttamente la cheratina delle unghie con i pigmenti colorati che fatichereste a togliere alla perfezione.
Indossare calzature non adeguate, lo sapete bene, causa dolori! Calli e occhi di pernice (calli particolari di colore biancastro, con forma tonda e una zona nera al centro) sono nemici da scongiurare e non è poi difficile se le scarpe calzano bene. Se già soffrite di questi problemi o notate la loro comparsa, chiedete l’intervento di personale specializzato presso un centro estetico o, se la formazione è recente e avvertite un semplice fastidio, acquistate prodotti specifici per provvedere da soli.
Misura italiana (I) | Misura americana (USA) | Misura inglese (UK) | Centimetri della base plantare |
35 | 4.5 | 2.5 | 22,5 |
35,5 | 5 | 3 | 24 |
36 | 5.5 | 3.5 | 24,5 |
36,5 | 6 | 4 | 25 |
37 | 6.5 | 4.5 | 25,5 |
37,5 | 7 | 5 | 26 |
38,5 | 7.5 | 5.5 | 26,5 |
39 | 8 | 6 | 27 |
39,5 | 8.5 | 6.5 | 27,5 |
40 | 9 | 7 | 28 |
40,5 | 9.5 | 7.5 | 28,5 |
41 | 10 | 8 | 29 |
41,5 | 10.5 | 8.5 | 29,5 |
42,5 | 11 | 9 | 30 |
43 | 11.5 | 9.5 | 30,5 |
caratteristiche
Italiana | U.S. W (Donne) | U.S. M (Uomini) | Inglese | Centimetri |
34 | 22,5 | |||
34,5 | 4 | 2 | 23 | |
35 | 4,5 | 2,5 | 23,5 | |
35,5 | 5 | 3 | 24 | |
36 | 5,5 | 3,5 | 24,5 | |
36,5 | 6 | 4 | 25 | |
37 | 6,5 | 4,5 | 25,5 | |
37,5 | 7 | 5 | 26 | |
38,5 | 7,5 | 5,5 | 26,5 | |
39 | 8 | 6 | 6 | 27 |
39,5 | 8,5 | 6,5 | 6,5 | 27,5 |
40 | 9 | 7 | 7 | 28 |
40,5 | 9,5 | 7,5 | 7,5 | 28,5 |
41 | 10 | 8 | 8 | 29 |
41,5 | 10,5 | 8,5 | 8,5 | 29,5 |
42,5 | 11 | 9 | 9 | 30 |
43 | 11,5 | 9,5 | 9,5 | 30,5 |
43,5 | 12 | 10 | 10 | 31 |
44 | 12,5 | 10,5 | 10,5 | 31,5 |
45 | 13 | 11 | 11 | 32 |
46 | 13,5 | 11,5 | 11,5 | 32,5 |
46,5 | 14 | 12 | 12 | 33 |
47 | 14,5 | 12,5 | 12,5 | 33,5 |
47,5 | 15 | 13 | 13 | 34 |
48 | 13,5 | 13,5 | 34,5 | |
48,5 | 14 | 14 | 35 | |
49 | 14,5 | 14,5 | 35,5 |