Arredamento: mobili, oggetti e complementi tessili con cui è arredato un ambiente o un locale.
La definizione include una moltitudine di entità. Innanzitutto gli ambienti: soggiorno, tinello, camera da letto (o camere da letto, dipende quanti siete in casa :-), studio, cucina, bagno (o bagni. Idem come sopra), taverna, mansarda, giardino. Fatta la distinzione tra lo stile da adottare per la zona giorno e la zona notte, si passa allo studio delle singole stanze. Oppure direttamente a questa fase se volete ammodernare o restaurare una sola stanza alla volta.
Arredamento moderno o classico? Stile etnico o new pop? Hi-tech, arte povera o retrò tendente al barocco? Amate lo stile Liberty, l’Art Noveau, il Biedermeier e l’antiquariato? La risposta sta nei vostri gusti, che vi suggeriranno se adottare colori forti e shock o tinte pastello. E quali armadi, divani, poltrone, sedie, tavoli, tavolini e letti scegliere. L’importante è impiegare uno stile unico o un insieme di stili coordinati che si abbinino anche alle camerette dei bambini.
Avrete sentito nominare i termini domotica, architettura bioecologica, bioedilizia e magari l’idea rivoluzionaria potrebbe arrivarvi proprio dalla casa ecocompatibile e dal Feng Shui.
Nulla va lasciato al caso. Quindi vi auguriamo buona lettura e ci auguriamo di esservi d’aiuto se state per arredare la prima casa in vista del matrimonio, della convivenza o dell’abbandono del nido familiare in qualità di single o di darvi consigli utili per la seconda casa.
STILE E TOTAL LIVING
Total living è ormai divenuta la parola d’ordine per riferirsi alla casa. Nell’arredamento, questa espressione denota la dimensione del vivere esaltando al massimo lo stile racchiuso tra le pareti domestiche.
Le tendenze mutano di anno in anno e le differenti rivisitazioni del design si declinano nella ricerca di soluzioni abitative innovative. Il look casalingo non impone più di attenersi a una sola espressione di arredamento, perché la casa è concepita come un’entità viva e cresce grazie al gusto di chi la abita. La personalizzazione lascia il posto a proposte preconfezionate che per anni hanno popolato le vetrine dei mobilifici.
La rappresentazione dello spazio si trasforma in un terreno dove la sperimentazione è sempre possibile, passando da progetti minimalisti in cui si opta per l’essenza delle forme e dei colori degli oggetti indispensabili a giochi di mescolanze che si manifestano attraverso fatture e tavolozze inconsuete. Come dire che un ambiente può riprodurre uno stile basico e senza fronzoli oppure uno stile eterogeneo e pienamente ornamentale per parlare in modo esplicito della personalità di chi vi risiede.
GLI STILI DI ARREDAMENTO
Passiamo in rassegna i principali stili architettonici e artistici che hanno fatto la storia per poi immergerci nelle tendenze contemporanee e noteremo che tutto ciò che è già esistito ritorna in voga in chiave moderna, proprio come fa la moda.
Lo stile gotico, che ha permeato il XIV e il XV secolo, ha lasciato le eredità medievali della verticalizzazione e della passione per le arcate aguzze. Alti soffitti appositamente non spezzati da soppalchi e archi a vista, insieme ad atmosfere appena rischiarate dalla luce tenue che richiama quella delle candele, intonano un’epoca dal sapore misterioso.
Dal XVI secolo arriva l’ascendente dello stile rinascimentale, che si estrinseca nell’apertura delle linee e del punto di fuga orizzontale vivacizzati da eleganti arabeschi abbinati a mobili in raffinato legno di quercia.
Lo stile barocco tipico del XVII secolo, tuttora molto amato da tanti appassionati di arredamento, enfatizza la sfarzosità, la spettacolarità e la fantasia manifestati attraverso materiali preziosi come l’avorio e l’argento.
La prima metà del XVIII secolo, caratterizzata dallo stile rococò, continua l’esuberanza barocca iniziando a volgerla verso l’austerità dello stile neoclassico della seconda metà del secolo. Dopo avere raggiunto l’apice della grandezza e del lusso appariscente, si tornano a preferire le linee rette alle rotondità e si escludono tutti gli accessori sontuosi e stucchevoli.
Si arriva così alla definizione dello stile Impero, che ha la più nota espressione nella signorilità napoleonica. La mobilia si tinge con i riflessi lignei del mogano pacatamente contrastato da profilature e suppellettili in bronzo.
Intorno alla metà del XIX secolo lo stile Biedermeier aggiunge l’austerità delle forme e il gusto borghese di Vienna traccia i contorni della comodità inserendoli nelle soluzioni abitative.
Alla fine del secolo l’Art Noveau, e il Liberty degli inizi del XX secolo, si ispirano direttamente alla natura: colori e fogge di fiori e rami trovano posto sulle pareti, sui soffitti, sui pavimenti, nelle vetrate di mobili e finestre; la morbida figura femminile è protagonista indiscussa. È molto apprezzato il gusto giapponese, che si adegua alla cultura occidentale.
Il Novecento prosegue il suo corso e si osano tecniche e materiali mai utilizzati prima, influenzati anche dallo sviluppo della tecnologia e della produzione seriale.
Ed eccoci giunti ai giorni nostri. Come possiamo notare, il XXI secolo continua a germogliare orientamenti cosmopoliti che propendono a mixare oggetti e materiali provenienti da ogni parte del mondo. È il boom dello stile etnico. Nello stesso tempo appaiono intramontabili le proposte derivanti dall’arte povera e dello stampo sobrio ma signorile che si definisce comunemente come stile classico.
STILE MINIMALISTA
Solitamente associato allo stile hi-tech perché non mancano TV al plasma, home theatre, lettore DVD/DiVX e stereo compatto, lo stile minimalista abbraccia l’indispensabile per arredare la casa. Anche le forme sono lineari e pulite, senza imbelletti, decorazioni e fregi.
Gli spazi sono mantenuti ariosi e aperti perché il surplus viene accuratamente evitato. Il risultato è un’abitazione distinta e prossima allo stile radical chic.
I colori si alternano negli ambienti a un massimo di tre per stanza. Per esempio bianco, nero e nuance del grigio oppure grigio perla, cammello e toni scuri del marrone. Ovviamente le possibilità sono infinite, sta di fatto che di solito la base bianca o grigia non manca mai, anche perché funge da fondamento ottimale per accostare una o due cromie e fondere l’insieme.
Le geometrie sono pure. Quadrati, rettangoli, triangoli, cerchi o ellissi mai uniti tra loro. Sono preferiti i quadri astratti e sovradimensionati, senza vetro e cornice.
L’ordine deve essere imperare assoluto per non stravolgere la filosofia minimalista.
STILE ETNICO
Lo stile etnico sta letteralmente spopolando e ce ne accorgiamo dalla quantità di negozi e siti Web che si attrezzano con prodotti di importazione per fare fronte al desiderio di creare un microcosmo che accoglie i prodotti tipici di alcune parti del mondo, come se si mischiassero le tavole dell’atlante.
Abbattendo i confini geografici, gli interni ospitano mobili in legno africano o asiatico di varia fattura e si completano mediante l’unione con fantasie orientali e animalier. Molto suggestivi sono i particolari rubati alla jungla e alla savana come i temi tigrati, leopardati e zebrati.
Tessuti, stampe, ricami e applicazioni si ornano di pietre e perline; l’impronta esotica spesso ricorda alcuni dipinti di Gauguin quando si tratta di elettrizzare le stanze con i toni più brillanti e saturi del giallo, dell’arancio, del rosso, del verde e del blu.
L’alternativa sono le tonalità più naturali e neutre dello stile coloniale che continua i colori della terra: argilla, sabbia e beige si appaiano a verde salvia, marrone e ruggine insieme al contrasto di bianco e nero.
Contribuiscono a rendere ancora più ‘etno’ la biancheria e la teleria per la casa in seta, raso, lino, cotone spesso e canapa e i complementi, grandi e piccoli. Lampade, candelabri, candele con portacandele, cornici, cuscini.
I tappeti, oltre a rivestire i pavimenti, vengono anche appesi alle pareti in sostituzione dei quadri. Gli oggetti d’artigianato sono preferibilmente in terracotta, ferro battuto e legno, di cui sono ammirevoli alcuni intarsi.
Africa, Messico, Indonesia, Vietnam, Thailandia, Pakistan, India, Nepal, Mongolia, Cina e Giappone sono solo alcuni tra i paesi i cui stili ci attraggono al profumo di uno stick d’incenso.
STILE NEW POP
Le creazioni più eclettiche e bizzarre che imperavano negli anni Sessanta e Settanta sono prepotentemente tornate alla ribalta.
Tra vintage e modernariato, si stagliano i motivi eterogenei di un ventennio dominato dal genio di Andy Warhol che ha creato una vera e propria rottura con il periodo del secondo dopoguerra.
Il retaggio favorito dell’optical art rinasce con i contrasti netti come bianco e nero, rosso e blu, verde smeraldo e azzurro. Giallo e verde acido, rosa, fucsia, viola e azzurro cielo imperano fino a raggiungere i confini psichedelici.
Comics e grafica digitale fanno da sfondo anche in cucina, dove trova posto un mastodontico frigocongelatore all’americana con dispenser per acqua e ghiaccio. Immancabili gli oggetti come ventilatori a elica e jukebox con 45 giri in vinile ancora in perfetto stato.
Le fantasie geometriche e i fiori stilizzati ma grandi nelle dimensioni sono il background perfetto per divani e poltrone dalle forme essenziali, puf e tappeti acrilici. Tutt’intorno mobili ridotti o al soffitto. Morale: sono vietate le mezze misure!
STILE ARTE POVERA
L’arte povera prende le mosse da un movimento artistico originatosi negli anni Sessanta, la cui vocazione è di valorizzare l’arte nella sua genuinità.
Per questo motivo, lo stile applicato all’arredamento si traduce in mobili e complementi realizzati con l’impiego di materiali primari, quale è il legno massiccio, che intendono trasmettere il coinvolgimento emotivo legato all’intimità.
L’estetica si rifà alla tradizione che rimanda a radici culturali rimodernate con fascino e funzionalità e che mantengono integre la semplicità e la robustezza. Un investimento che si difende dal trascorrere del tempo grazie alla cura rigorosa dei particolari.
Tipica dell’arte povera è la finitura a cera con leggera anticatura che contribuisce a donare al legno un aspetto garbato ma fiero, per un nido estremamente ospitale e confortevole che impreziosisce il valore tradizionale della famiglia.
La casa si anima con tessuti che raffigurano i simboli naturali caratteristici della vita agreste come i girasoli e le interminabili distese di spighe di grano; il contrasto parte dal contesto urbano e giunge tra le pareti domestiche che diffondono l’eco bucolica anche attraverso i delicati decori sulle piastrelle di cucina e bagno e arazzi a punto croce. Tutt’intorno è rustico.
STILE CLASSICO
Lo stile classico fa molto bon ton, è elegante e si concede qualche tocco folk per emergere appieno e dimostrare che la creatività è possibile anche in questo caso.
Il legno dei mobili si mantiene nelle nuance intermedie. Escludendo quindi abete, frassino, rovere, mogano ed ebano, tutto è scolpito prevalentemente in ciliegio e noce.
La tradizione vuole che il mobile del soggiorno abbia una vetrina per esporre ceramiche pregiate, servizi di cristallo e argenteria, che i rivestimenti come i tendaggi, le coperture di sedili e schienali e la tappezzeria siano in velluto o in tessuto lucido o semilucido a righe, a fiori o tinta unita.
Non c’è spazio per alcun eccesso, l’armonia è data da forme misurate e composte, impreziosite da centrini sotto i soprammobili. Pizzi e merletti sono ammessi ovunque, anche ai vetri delle finestre. Quadri con soggetti e colori pacati, pavimenti in marmo, copriletto in fiandre o damasco, un caldo plaid in cachemire e un pezzo importante di antiquariato sono la cornice ideale per vivere in un ambiente composto e funzionale.
STILE 100% PERSONALE
Non pretendiamo che siate in grado di costruire i vostri mobili; la falegnameria è un’arte millenaria!
Ma se desiderate circondarvi di pezzi unici optate per mobili in legno grezzo, anche conosciuti come mobili country o al naturale.
Munitevi di pennello e vernici, cere, manuali o materiale Web per imparare a eseguire l’effetto screpolato, finto invecchiato, finto marmo e spazzolato e, una volta terminata la mobilia secondo il vostro gusto, passate a pareti (non vi tenta un bel trompe l’oeil?), soffitti e oggettistica, che potete realizzare di tutto punto se avete una buona manualità e gli attrezzi giusti.
DOMOTICA
Con il termine domotica si descrive la scienza che studia le applicazioni dell’elettronica e dell’informatica per automatizzare gli ambienti domestici.
Non preoccupatevi, non è un concetto alieno. Alcune applicazioni domotiche sono da tempo presenti nelle nostre case; basti pensare ai cosiddetti elettrodomestici intelligenti, al cancello elettronico da aprire con il telecomando o al timer per programmare l’impianto di riscaldamento.
Il continuo avanzamento dei progressi tecnologici permette di realizzare opere sempre più avanzate. Certo, sono costose ma sono anche terribilmente attraenti! La domotica serve ad avere il controllo pieno della casa, gestita attraverso prodotti programmabili in base alle esigenze personali per vivere all’insegna della sicurezza e dell’ottimizzazione del tempo, con un occhio di riguardo all’abbattimento dei consumi energetici.
L’automazione domestica si applica a una vasta gamma di sistemi quali la sicurezza (le unità di controllo antintrusione e ambientale e i rilevatori sono collegato a teleservizi in collegamento con polizia, vigili del fuoco e servizio di ambulanza), i sistemi energetici (elettricità, riscaldamento, ventilazione, climatizzazione), l’illuminazione (sequenza temporale di accensione e spegnimento delle luci), gli elettrodomestici (attivazione di lavatrice, asciugatrice, forno, ecc.) e l’intrattenimento (le possibilità in tal senso sono a dir poco mozzafiato!).
LA CASA ECOCOMPATIBILE
Una tendenza moderna della cultura occidentale è quella ereditata dalla filosofia orientale con il Giappone in prima linea. Stiamo parlando di ecocompatibilità applicata alla casa, detta anche architettura bioecologica.
Salute, relax e armonia è la triade di sostantivi che si accompagnano alla concezione della casa ecocompatibile, in concordanza con tradizione e innovazione, ecologia e design.
Questa scuola di pensiero punta a realizzare spazi sani, senza l’influsso degli agenti nocivi e studiati appositamente per l’uomo, prestando la massima attenzione a non danneggiare l’ambiente grazie a materiali riciclabili e certificati, vernici naturali, assenza di processi chimici, parti metalliche e viti poiché la mobilia si monta a incastro.
Il letto è sostituito dal futon (‘materasso arrotolato’) che, presente da oltre 2500 anni, si ritiene sia la soluzione migliore per favorire la qualità del sonno, fondamentale per affrontare una vita produttiva scalzando lo stress psicofisico e godere di buona salute. Il futon è un materasso naturale, privo di sostanze sintetiche o metalliche, costituito da strati di cotone cardato e lattice, fibra di cocco, crine vegetale o animale per accrescere elasticità e traspirazione. La sua costituzione evita l’insorgere di campi elettromagnetici e l’annidamento di polveri e acari. Semplice e leggero da trasportare, si può srotolare a terra prima di andare a dormire oppure può essere collocato al posto del normale materasso.
Sotto al futon si colloca il tatami, la stuoia in paglia di riso pressata rivestita in giunco. Oltre a essere un bell’oggetto di arredamento, in Giappone è utilizzata per coprire la pavimentazione dove vivere, mangiare e dormire. Il tatami è un’ottima base anche per la meditazione e i massaggi.
FENG SHUI
Il Feng Shui è un’antica dottrina cinese che conta più di 3000 anni e studia i metodi di attrazione delle energie positive a sfavore di quelle negative. In pratica è una disciplina che insegna l’arte di vivere nella totale armonia.
Secondo i dettami del Feng Shui, l’habitat dell’uomo deve essere concepito e costruito perché l’ambiente sia ideale. Di conseguenza, è necessario agire sulla sistemazione degli spazi e delle stanze, sulla scelta dei materiali, dei colori e dei complementi dell’arredamento e sulla disposizione dei singoli oggetti per ricostruire l’equilibrio e influenzare la propria esistenza in modo significativo.
Nella fattispecie, anche la casa deve traspirare, proprio come il corpo di un essere vivente. Per questo si adoperano mobili in legno senza viti e parti metalliche, rifiniti con cera d’api, ceralacca e oli vegetali.
Tendaggi e tessuti devono essere in fibre naturali (cotone, lino, canapa, juta e seta).
I colori caldi come rosso, arancione e giallo esprimono vitalità e sono stimolanti; i colori freddi come blu, azzurro, indaco e viola sono passivi, quindi rilassanti e armonizzanti.
L’illuminazione non deve disturbare i centri nervosi; le piante da interno aiutano lo smaltimento dell’anidride carbonica e la produzione di ossigeno.
Infine la bioedilizia propone soluzioni per non contaminare le strutture, come materiali a base di calce e resine, gessi, vernici e pigmenti naturali.